Il Meridione è una carta vincente

Il Sud non è povero. No, non è una bestemmia. È solo quello che vedi negli occhi dell'altro, dello straniero, del viaggiatore che arriva da lontano

Il Meridione è una carta vincente

Il Sud non è povero. No, non è una bestemmia. È solo quello che vedi negli occhi dell'altro, dello straniero, del viaggiatore che arriva da lontano. È la sorpresa, l'incanto, la meraviglia. È quel sussurrare, quasi increduli: ma davvero questa terra è così? È uno sguardo che dimentica tutto il resto, le migliaia di cose che non vanno. Il Sud che tira a campare e chiede l'elemosina, il Sud carta sporca, il Sud dannato e sprecato, il Sud incancrenito da mafie, camorre, ndrine e sacrecorone. Non è che tutto questo non esiste. C'è e sta lì come una condanna senza fine, come un destino o una maledizione. Solo che poi basta prendere un pezzo di Mezzogiorno, il più straordinario, ma non certo il solo, e non puoi negare che sia un capitale inestimabile. Ne basta uno, Pompei.

Non esiste nulla come Pompei. Fatichi perfino a immaginarlo. È il luogo dove l'istante della morte è immortale. È il punto geografico dove il tempo si è fermato. La vita si è paralizzata e dentro ci trovi ogni sua sfumatura: il bacio di addio degli innamorati, l'ultimo passo del fuggiasco, il sonno senza risveglio, il pane mai consumato, il desiderio mai soddisfatto, la paura che non passa e le zampe di un cane rivolte verso il cielo per proteggersi dall'apocalisse. Tutto questo sepolto da una tempesta di cenere e lapilli che non dura più di quindici minuti. È un quarto d'ora di eternità.

Pompei è solo lì. È un'esperienza che non puoi vivere altrove. È unica. Non ha concorrenza. Nel 2019 è stata visitata da tre milioni e ottocento mila visitatori. In Italia solo il Colosseo ne ha avuti di più. Sono tanti, ma non abbastanza, perché non arrivano tutti quelli che potrebbero arrivare, perché stanno un giorno, o poche ore, e vanno via, perché il treno che parte da Napoli è un'avventura, perché le strade non sono comode, perché troppo spesso Pompei la diamo per scontata.

La questione meridionale è tornata al centro del dibattito pubblico. È la scommessa da ministro e da donna del Sud di Mara Carfagna. Tutti sappiamo che è dai tempi di Giustino Fortunato e Gaetano Salvemini che sta lì senza trovare risposte. Non arrivarono con il piano Marshall e non basterà neppure il piano europeo della Next Generation.

Quello che si può fare è però cambiare la prospettiva. Il Mezzogiorno non ha bisogno di soldi per uscire dalla depressione. Il Sud non deve essere salvato. Il Sud va riconosciuto per quello che è: una terra ricca su cui conviene scommettere e investire.

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