Politica

Mes, ancora alta tensione nel governo: i grillini ribelli minacciano lo strappo

Caos totale sul fondo salva-Stati: il pentastellato Grassi verso la Lega. Contro il voto si schierano Paragone, Lucidi, Lannutti e Giarrusso

Mes, ancora alta tensione nel governo: i grillini ribelli minacciano lo strappo

Il governo resta appeso a un filo sulla questione del Mes: il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola e la sottosegretaria Laura Agea hanno provveduto a preparare la risoluzione di maggioranza, ma in serata è arrivata l'inaspettata presa di posizione del Movimento 5 Stelle. Fonti pentastellate hanno fatto sapere che si vorrebbe introdurre nel testo un riferimento esplicito alla necessità che le Camere si esprimano ancora prima della firma definitiva del trattato. Nunzia Catalfo, titolare del dicastero del Lavoro, ha però tranquillizzato: "Noi voteremo compatti sulla risoluzione di maggioranza sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità". Intanto questa mattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarà alla Camera e nel pomeriggio al Senato per riferire sui contenuti del prossimo Consiglio europeo: riceverà il mandato per la trattativa che l'esecutivo deve ultimare in sede europea. Dal M5S hanno fatto sapere: "Accordo chiuso nella notte, intorno alle 2.30. Confermata la logica del pacchetto, siamo soddisfatti per la risoluzione di maggioranza che prevede le modifiche richieste dal Movimento".

Le opposizioni sicuramente andranno all'attacco. Giorgia Meloni ha già tuonato: "I Cinque Stelle purtroppo si rimangeranno la loro posizione sul fondo salva-Stati". Più duro Matteo Salvini: "Il governo sta ancora litigando sulle tasse, sulla giustizia, sull'autonomia, sul Mes". Il leader della Lega ha confermato che sarà presente in Senato "per impedire la firma di un trattato internazionale" che a suo giudizio rappresenta "un attacco agli italiani e un favore alla Germania".

Grillini ribelli

Il capo politico Luigi Di Maio ha provato però a placare gli animi dei ribelli: "Anche a me il Mes non piace, ma abbiamo preso il tempo necessario a cambiarlo e altri Stati si schiereranno al nostro fianco". La tesi però non convince quasi nessuno. Il senatore Gianluigi Paragone ha proposto: "Potremo presentare una nostra risoluzione. Dipende solo da una cosa: da quello che c'è dentro il testo di maggioranza. Ci hanno detto che hanno neutralizzato il Mes, ma non ce lo fanno leggere". Se però non dovesse risultare vero "allora procederemo con un testo nostro da mettere ai voti".

Il giornalista ha già avviato i contatti con altri dissidenti: tra questi Stefano Lucidi, Elio Lannutti, Michele Giarrusso e Ugo Grassi. Proprio quest'ultimo, come riportato dal Corriere della Sera, potrebbe fare le valigie per accasarsi nella Lega. L'intenzione di Paragone appare comunque piuttosto chiara: mettere in difficoltà l'intero governo giallorosso strizzando l'occhio alle opposizioni. Si è infatti lamentato con l'intero M5S: "Stiamo stravolgendo il nostro programma elettorale. Stando ai rumors, dico che al 90% il mio voto sarà negativo". Anche Giarrusso non ha risparmiato forti critiche e ha annunciato: "Prima vedo la risoluzione e poi decido". Ancora indeciso Gregorio De Falco, ex 5S, mentre più possibiliste Paola Nugnes ed Elena Fattori.

I più determinati hanno esplicitato una richiesta precisa: "Informare tempestivamente le Camere di ogni iniziativa volta alla conclusione di accordi tra gli Stati membri dell'Ue" che hanno il fine di "introdurre o rafforzare le regole in maniera finanziaria".

Commenti