Coronavirus

Il Mes non avrà condizioni Ma l'Italia dice ancora di no

Una lettera della Commissione Ue fuga gli ultimi dubbi Niente Troika solo controlli leggeri sulle spese sanitarie

Il Mes non avrà condizioni Ma l'Italia dice ancora di no

Nessuna Troika. La Commissione non richiederà nessuna manovra agli Stati che faranno ricorso alla nuova linea di prestito del Mes. L'unica condizione per accedere al prestito del meccanismo (36 miliardi per l'Italia) è la destinazione delle spese. Quella che fino a pochi giorni fa era l'impegno politico preso dal Consiglio europeo è diventata una linea guida dell'esecutivo europeo. In una lettera firmata dal vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis e dal responsabile dell'Economia Paolo Gentiloni destinata al presidente Eurogruppo Mario Centeno, la Commissione Ue fuga gli ultimi dubbi (soprattutto italiani) sul nuovo strumento europeo per l'emergenza coronavirus. In sintesi, si spiega che non ci saranno programmi di aggiustamento macroeconomico. Ci sarà un monitoraggio sull'unico requisito richiesto per il prestito, quindi la destinazione delle spese sanitarie dirette e indirette finanziate con i fondi del Mes nel quadro del semestre europeo di sorveglianza delle politiche di bilancio.

Non ci saranno missioni speciali nei Paesi aggiuntive a quelle classiche nel quadro del semestre europeo, «non si applica il regolamento relativo al programma di aggiustamento economico». Il controllo della Commissione guidata da Ursula von der Leyen si tradurrà in un rapporto semestrale, che non riguarderà le finanze nazionali. La linea di credito sarà disponibile «fino a quando la crisi covid-19 non sarà finita».

Condizioni leggere che in teoria non dovrebbero riguardare l'Italia. La posizione ufficiale del governo è che non sarà posto un veto sulla riforma del Meccanismo di stabilità, ma Roma non usufruirà della nuova linea di prestiti per l'emergenza coronavirus. Posizione ribadita recentemente dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e dal premier Giseppe Conte. Ma non è escluso che si sia un ripensamento, magari non oggi (anche se ieri il premier si è sentito con la presidente della Commissione), ma quando gli effetti economici della crisi si faranno sentire.

La lettera arriva a un giorno dall'Eurogruppo, in programma oggi pomeriggio, durante il quale si dovrebbe arrivare a un punto di equilibrio su alcuni nodi. Ad esempio la durata della nuova linea di prestito. La finestra di tempo per la richiesta sarà quindi ampia, stando alla lettera della Commissione. Resta il nodo dei tempi della restituzione del prestito che secondo i Paesi del Nord, Olanda in testa, dovrebbero essere brevi. Il compromesso potrebbe essere trovato su tre anni.

Possibile che si introduca una certa flessibilità anche sulle finalità. Tra le spese sanitarie «indirette», secondo indiscrezioni, potrebbero finire anche quelle relative alla chiusura delle scuole.

Non è comunque escluso che il pressing dei Paesi rigoristi si traduca in qualche novità. Ad esempio potrebbe essere rafforzato il concetto che, al termine dell'emergenza, torneranno in vigore i vincoli del Patto di stabilità. Che si vada in questa direzione, a prescindere dalla decisione dell'Italia sul prestito Mes, lo si capisce anche dall'impegno preso dal governo a riprendere il cammino verso gli obiettivi europei di bilancio.

E dal fatto che ieri la stessa Commissione, in vista dell'Eurogruppo abbia promosso il debito italiano, ma solo perché si dà per scontato il fatto che verrà ridotto.

Nel 2021 aumenterà a quasi 154% del Pil, ma poi dovrebbe scendere al 140% nel 2030.

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