Grande attesa in vista del Consiglio europeo, in programma giovedi e venerdi a Bruxelles. Tutti si chiedono se il governo italiano porterà a casa il risultato: una gestione davvero comune del problema migranti, superando gli egoismi e le rigidità degli altri Paesi. Potrebbe esserci la svolta, oppure potrebbe saltare tutto. Staremo a vedere. A rischiare, però, non c'è solo l'Italia, ma anche la cancelliera Angela Merkel, che sta vivendo un momento di grave crisi politica, con il suo ministro dell'Interno, Horst Seehofer, che sposa la linea dura contro i migranti e ha dato un vero e proprio ultimatum al governo di Berlino: o trova un accordo in chiave europea, che permetta alla Germania di bloccare ai propri confini i richiedenti asilo già registratisi altrove, oppure la Csu ritirerà l'appoggio all'esecutivo, aprendo la strada ad una crisi dalle conseguenze imprevedibili, con il rischio di un titorno alle elezoni e la possibile vittoria elle forze ultranazionaliste.
C'è un problema politico grosso in Germania. E l'Italia, attraverso un veto, potrebbe mettere nei guai la Merkel, semplicemente dicendo no alla richiesta/pretesa dei tedeschi di riprenderci automaticamente chi verrà fermato sul territorio tedesco dopo aver presentato domanda di asilo nella Penisola. Conte potrebbe dire di sì alla richiesta della Germania (di fatto salvando il governo tedesco), ma solo se otterrà qualcosa di grosso. Che cosa? In pratica che gli altri Paesi dell'Unione accettino di superare il sistema attuale, come annunciato da Conte alla camera, il famoso concetto del "primo Paese di arrivo". Se rivediamo, tutti insieme, questo meccanismo, allora le cose cambieranno e l'Italia potrà continuare a fare la propria parte, contando, però, sulla fattiva collaborazione (accoglienza) da parte di tutti i Paesi. Il principio che l'Italia vuole far passare è molto semplice: le coste italiane sono (anche) coste europee.
Ma i paesi europei accetteranno senza fiatare la legittima richiesta italiana? Non è così scontato. Se la Merkel è in grave difficoltà, rispetto al proprio alleato che minaccia di aprire una crisi politica, e per questo potrebbe in linea di massima accettare la proposta italiana, la posizione della Francia appare più rigida. Perché Macron teme che una concessione troppo forte all'Italia passi per un gesto di debolezza, che vada a rafforzare la destra del Front National. Le politiche europee, dunque, devono fare i conti con le politiche interne dei singoli Paesi. Questo è il problema principale. Se l'Europa sembra disposta a mettere le mani al portafoglio, "pagando" l'Italia per il proprio servizio di accoglienza (fatto a nome di tutto il Continente), il governo italiano chiede invece che lo sforzo venga fatto da tutti gli altri Paesi.
Come andrà a finire questo braccio di ferro? Nel caso si mettesse male Conte potrebbe usare l'arma del veto, bloccando tutto. Il Corriere della sera rivela che potrebbe esserci un'alternativa. O meglio, un compromesso: "L'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), guidato da Filippo Grandi, dovrebbe presentare un piano di accoglienza dei richiedenti in Paesi terzi come Tunisia o Algeria e di centri di filtraggio lungo le rotte del Sahara. Con indennizzi per chi accetta di tornare indietro".
Sempre che questo possa bastare e che i paesi africani accettino (dipende da cosa e quanto ottengono in cambio).
La lite fra i membri dell'Unione potrebbe andare avanti e Macron e Merkel, alla fine, potrebbero anche usare un'arma molto potente: bloccare l'Italia da Schenghen (libera circolazione). Sarebbe un atto decisamente ostile, dalle conseguenze imprevedibili e con rischi pesantissimi per l'Europa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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