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La Meloni e le ore del Colle con Salvini: "Mi ha scritto che saliva nel mio ufficio. Poi..."

La leader di Fratelli d'Italia svela un retroscena prima della svolta per il Mattarella bis: "Salvini mi aveva chiesto se ero in ufficio. Mi ha detto che saliva, ma da allora non l'ho più sentito"

La Meloni e le ore del Colle con Salvini: "Mi ha scritto che saliva nel mio ufficio. Poi..."

La sfida per l'elezione del presidente della Repubblica stava viaggiando su binari totalmente differenti prima della convergenza sul Mattarella bis. In campo era forte l'ipotesi Elisabetta Belloni, saltata poi per i dubbi di Forza Italia, Italia Viva e una parte di Partito democratico. La svolta è arrivata nella mattinata di sabato, quando Giorgia Meloni era rimasta al corrente della sola carta della direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Ma nel giro di poche ore è arrivata l'apertura della Lega al Mattarella bis e così tutte le altre opzioni sono state accantonate. Cosa è accaduto in quei momenti? A spiegarlo è stata la Meloni.

L'sms di Salvini alla Meloni

La leader di Fratelli d'Italia, intervistata da Bruno Vespa per Porta a Porta, ha riferito di aver ricevuto un sms da Matteo Salvini proprio sabato mattina. "L'ho sentito l'ultima volta questa mattina (sabato, ndr). Mi ha mandato un messaggio, quando ancora ero ferma all'ipotesi Belloni. Mi ha detto: 'Sei in ufficio da te?'. Sì. 'Salgo'. Non l'ho più sentito", ha raccontato la Meloni. Che ha concluso la questione che tono ironico: "Forse sono io che non ho capito che lui intendeva di voler salire al Colle...".

I rapporti nel centrodestra

Dunque Giorgia Meloni non ha ancora avuto chiarimenti da Matteo Salvini su come mai sia avvenuto un dietrofront a favore del secondo mandato di Sergio Mattarella come capo dello Stato. La presidente di Fratelli d'Italia, quando era iniziata a circolare con insistenza questa possibilità, si era detta incredula e basita per la mossa del leader della Lega: "Salvini propone di andare tutti a pregare Mattarella di fare un altro mandato da presidente della Repubblica. Non voglio crederci".

Ora, archiviata la partita per il Quirinale, nel centrodestra è arrivato il momento di avviare riflessioni importati sul futuro della coalizione. La scorsa settimana è stata segnata da passaggi che hanno messo in risalto divergenze importanti che, tra le altre cose, hanno portato a bruciare la carta Maria Elisabetta Alberti Casellati a causa di circa 60 franchi tiratori. Un altro segnale è arrivato quando Forza Italia aveva annunciato di voler condurre in autonomia le trattative per il Colle, così come non è passato inosservato l'asse con le anime centriste.

Comunque Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha assicurato che "il centro siamo noi, ma sempre nel centrodestra" e per questo motivo "non si aprono strade diverse". Tajani ha sottolineato che nel giorno dei grandi eventi "ci sono sempre toni accesi", ma alla fine ha scommesso che si arriverà a una soluzione: "Ci ritroveremo". Senza voler obbligare nessuno, ha infine fatto notare quanto sarà fondamentale che l'anima europeista e popolare sia protagonista "se il centrodestra vorrà essere di nuovo al governo".

Matteo Salvini, in un intervento sulle colonne de ilGiornale in edicola oggi, ritiene che sommare le forze del centrodestra non sia una condizione sufficiente. A suo giudizio è giunto il momento di iniziare a ragionare in un'ottica veramente unitaria.

Da qui nasce l'idea del modello del partito Repubblicano americano: il suo piano prevede che la federazione di centrodestra delle forze che sostengono il governo Draghi "sarà uno spazio politico ove troveranno ospitalità le varie anime e le diverse sensibilità di una cultura politica alternativa al progressismo di sinistra, tutte diverse, pur nella comune cornice qui delineata, ma tutte protese verso uno stesso obiettivo politico".

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