Roma L'inchiesta non c'è. Il procuratore milanese Francesco Greco l'ha smentita. Ma a questo punto La Stampa non può permettersi di fare marcia indietro e quindi insiste, rilanciando l'ipotesi di un'indagine che non esiste per alimentare i sospetti sulla compravendita del Milan. E pur di dare concretezza ad accuse che non hanno fondamento sfodera, come fosse un asso nella manica, l'interrogazione parlamentare presentata da un grillino alla fine di novembre in merito alla cessione della squadra rossonera da parte di Silvio Berlusconi. Il primo firmatario dell'atto indirizzato alla presidenza del Consiglio dei ministri e al ministero dell'Economia e delle Finanze è Paolo Nicolò Romano, M5s.
E chi è? Un esperto di alta finanza e di diritto internazionale? Un giurista? No. Sul suo curriculum vanta un diploma preso in un Istituto Tecnico Industriale e un'esperienza di lavoro come tecnico di sala prove. Racconta nell'intervista che l'idea dell'interrogazione non l'ha avuta lui ma «un milanista» uno dei suoi «consulenti di fede rossonera» che si è offerto di indagare. Indagine però dalla quali non deve essere emerso molto perché nell'interrogazione parlamentare il grillino si limita a riportare quanto scritto da due testate giornalistiche il New York Times e l'Espresso. Nessuna notizia o spunto in più rispetto, dunque, a cose già note e pubblicate. Eppure Romano viene intervistato come fosse testimone di particolari inediti.
Ma che cosa chiede nell'interrogazione? Romano vuole «sapere se il governo sia a conoscenza» delle varie fasi attraverso le quali è avvenuta la cessione del club al nuovo proprietario cinese Yonghong Li e poi fa riferimento all'inchiesta del New York Times che «ha evidenziato le numerose anomalie di un personaggio che risulterebbe non solo aver millantato la proprietà di miniere di fosforo in Cina, appartenenti al contrario ad altra società, ma essere stato multato nel suo Paese per non aver dichiarato il possesso di un pacchetto azionario di 50 milioni di dollari. Inoltre, la società della sua famiglia, la Guangdong Green River Company, risulta coinvolta in una mega truffa finanziaria». Particolari pubblicati dal Nyt nel novembre scorso. Il grillino cita i regolamenti federali, ricordando che per possedere il 10 per cento di un club bisogna rispettare specifici requisiti di onorabilità e di solidità finanziaria. Requisiti, insiste Romano, che invece «risulterebbero mancare a Mr. Yonghong Li». Ma quando il giornalista chiede a Romano se ha prove e se ha presentato o intende presentare un esposto in Procura per ottenere chiarezza questi risponde: «Ci stavo lavorando ma un'indagine sembra sia stata già aperta. A meno che non venga a conoscenza di elementi nuovi da presentare ai pm aspetterò che si faccia luce sulla cosa».
Anche se la procura ha già smentito ci sia
un'inchiesta Romano dice «sembra che un'indagine sia stata già aperta». Sembra? O c'è o non c'è. Ma non conta per il grillino che si dice convinto «che un'indagine sia più che fondata e che i pm non possono far altro che smentire».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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