Calcolo politico, scivolone o quasi certamente voluta gaffe, la frase messa nero su bianco da Emmanuel Macron per sbarazzarsi dei No Vax (per la prima volta nettamente) ha innescato una reazione flambé. «Quando la mia libertà arriva a minacciare quella degli altri, divento un irresponsabile. E un irresponsabile non è più un cittadino». Parola del «presidente di tutti». Poche ore, e la Francia torna a spaccarsi. Sui social, nei talk show televisivi e persino in Assemblea nazionale, dove il dibattito sull'introduzione del passaporto vaccinale al posto di quello sanitario (che si può ancora ottenere con tampone negativo) deraglia per diverse ore, nonostante fossero per il Sì, con la maggioranza, anche Républicains e socialisti. Invece, per la seconda volta in due giorni, seduta sul super green pass sospesa. Poi ripresa a fatica. «Non ci sono più le condizioni per un dibattito sereno», tuona il centrodestra.
«Non voglio mettere i non vaccinati in prigione, non voglio vaccinarli con la forza». Secondo Macron bisogna dir loro che dal 15 gennaio non potranno più andare al ristorante, cinema o teatro, non potranno neppure «bere un bicchiere, prendere un caffè», dice nell'intervista-choc a Le Parisien. Usando un linguaggio più da candidato al bis che non da capo dello Stato, Macron provoca: «Voglio far saltare i nervi» a questa «piccola minoranza refrattaria». A essere netti nel leggere il messaggio, far «girare le palle» ai non vaccinati, infastidirli. E «continueremo a farlo fino all'ultimo», giura. «Questa è la strategia». Apriti cielo. Anzitutto per un'espressione tanto forte («emmerder») quanto poco consona al consueto aplomb di un presidente della République.
Per la più temibile candidata a scalzare Macron, la neogollista Valérie Pécresse, «insultare non è mai una buona soluzione, diciamo basta a un presidente che non sopporta più i francesi». L'accusa sa di lettera scarlatta sul petto di un capo dello Stato che sembra voler tradire parte della popolazione, senza il coraggio di introdurre l'obbligo vaccinale. Pure Marine Le Pen critica un «garante dell'unità della nazione che rivendica di voler fare dei non vaccinati cittadini di serie B». E Jean-Luc Mélenchon (candidato della Francia ribelle) si chiede da estrema sinistra se Macron sia «davvero padrone di quel che dice».
Per l'ex premier Edouard Philippe, invece «tutti hanno capito cosa voleva dire». D'altronde il termine «emmerder» appartiene al «linguaggio familiare». E non è certo una prima, in Francia.
«Ci sono già troppe leggi, testi, regole in questo Paese! Smettetela di emmerder i francesi!»,, tuonò Georges Pompidou nel '66, allora premier, in privato; contro un giovane Jacques Chirac che gli porgeva la pila di decreti da firmare.
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