Non solo favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, che è l'accusa già più volte contestata alle associazioni di volontari che soccorrono migranti in mare. Ai responsabili di Open Arms la Procura di Ragusa contesta, a chiusura delle indagini sui «salvataggi» effettuati nel marzo 2018, anche l'accusa di violenza privata ai danni del governo italiano, ed in particolare del ministero degli Interni. Rifiutando di seguire le indicazioni che venivano loro fornite, e presentandosi con il carico di profughi a Pozzallo, di fatto Open Arms avrebbe costretto con la forza le autorità italiane ad accogliere 216 migranti che secondo il governo dovevano essere consegnati ad un altro paese: violando così le prerogative del Viminale (e le disposizioni del ministro dell'epoca: che era ancora il pd Marco Minniti).
L'inedita accusa è contenuta nel provvedimento che il procuratore della Repubblica di Ragusa, Fabio D'Anna, e il pm Santo Fornasier hanno notificato ieri ai due dirigenti della Ong spagnola - il comandante della nave, Marc Reig Creus, e la responsabile delle operazioni Ana Isabel Montes Mier - nonché al ministero dell'Interno, individuato come parte offesa della vicenda. Al centro della vicenda ci sono i due interventi che la nave dei volontari effettua il 15 marzo al largo delle coste libiche. La nave viene autorizzata dall'Imrcc di Roma, la centrale di coordinamento dei salvataggi, a soccorrere un gommone, individuato col codice Sar 166. Ma di loro iniziativa i volontari decidono di intervenire in aiuto di un altro gommone in difficoltà, il Sar 164, nonostante le indicazioni contrarie dell'Imrcc. Inoltre, si legge nell'avviso di fine indagini, il reato consiste «una volta giunti in prossimità del più vicino porto di La Valletta per effettuare il soccorso medico di alcuni migranti, nell'omettere volutamente di richiedere alle autorità maltesi l'autorizzazione allo sbarco ovvero l'indicazione di un porto sicuro, nonostante a ciò sollecitati sia dalle autorità italiane che dalle autorità spagnole, e da ultimo decidendo di dirigersi verso le acque territoriali italiane».
I vertici di Open Arms erano stati accusati dalla Procura di Catania di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e di associazione per delinquere.
Questa seconda accusa era caduta e il fascicolo era stato trasmesso per competenza alla Procura di Ragusa: che ha deciso di contestare il nuovo reato di violenza privata, trasformando il ministero dell'Interno in vittima degli sbarchi illegali.
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