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"Migranti da bloccare nei Paesi d'origine"

Il ministro austriaco per l'Ue è in Italia: "Abbiamo un piano per fermare i flussi"

"Migranti da bloccare nei Paesi d'origine"

Fitti incontri ad alto livello per due giorni. Il ministro austriaco per la Ue Karoline Edtstadler con il presidente Alexander Van der Bellen ha avuto numerosi colloqui a Roma (da Mattarella a Draghi, dal Papa al ministro degli Interni Lamorgese), nei quali è stato ribadito lo stretto rapporto tra i nostri due Paesi. Cooperazione e fare in squadra in Europa è stato il leit motive dei colloqui. Solo su un tema ci sono distanze fra Roma e Vienna: l'immigrazione. Per il ministro Edtstadler i migranti non dovrebbero neppure arrivare in Europa e quindi l'obiettivo è «fermare i flussi migratori».

Colloqui positivi?

«Gli incontri sono stati molto positivi, anche intensificare la cooperazione tra Italia e Austria con lo scopo di costruire un'Europa più forte. La pandemia è stata un'importante lezione. Siamo Paesi vicini e abbiamo interessi comuni».

Tanti i temi trattati, dai flussi turistici al green pass.

«Abbiamo affrontato diversi argomenti. Con il presidente Mattarella si è parlato del futuro dell'Europa e su come superare la pandemia. È importante imparare da questa crisi per non ritrovarsi impreparati un domani. In Vaticano, invece, ci siamo confrontati sui Balcani, sulla questione del Nord della Macedonia e dell'Albania. Siamo contenti di essere in sintonia sia con l'Italia sia con il Vaticano».

E riguardo la campagna di vaccinazione?

«In Europa procede bene. Oggi il punto è come permettere alla gente di andare in vacanza».

Pensa che il green pass sia una valida soluzione?

«Sì, e non solo per l'Europa ma anche per Paesi terzi. Sono impegnata dall'inizio dell'anno per una soluzione europea. Abbiamo superato lo scetticismo di Parigi, Berlino e Lubiana e siamo ottimisti sul fatto che il 1° luglio l'iniziativa vada in porto».

Pensa che questa estate il flusso turistico fra Austria e Italia riprenderà a pieno ritmo?

«Certamente. Conosco tante persone che sono già pronte a partire per l'Italia. In Austria non c'è più la quarantena se sei vaccinato, guarito o hai fatto il tampone e la gente che viaggerà si sentirà più sicura con il green pass».

Un dossier ancora caldo è quello dell'immigrazione. Cosa può fare secondo lei l'Europa per fronteggiare il fenomeno e alleggerire la pressione sull'Italia?

«Stiamo lavorando alacremente, c'è un pacchetto di misure sul tavolo dallo scorso settembre e la Commissione Ue sta cercando di risolvere il problema. Ne abbiamo parlato anche con il ministro dell'Interno Lamorgese. Ma non siamo d'accordo su tutto. A mio avviso, dobbiamo trovare una soluzione nei Paesi di origine dei migranti. Dobbiamo lavorare per portare aiuti sul loro territorio e per riuscire a fermare i flussi migratori».

Come lei sa, la politica italiana ha superato un terremoto. Cosa pensa della leadership di Mario Draghi?

«È molto conosciuto ed è stato ben accolto sia come politico sia come uomo. E un esperto di economia e sa quello che sta facendo. Penso riuscirà a superare la crisi con il suo piano di resilienza. E poi, con la sua autorevolezza, può influenzare Paesi e governi. Oggi (ieri, ndr) incontrerò il primo ministro italiano».

Come valuta il Recovery Plan dell'Italia?

«Ci sono tante opportunità per l'Italia, ma anche per l'Austria, grazie all'Europa. In primo luogo, con le nuove tecnologie. In Austria, per esempio, ci sono nuove tecnologie già utilizzabili che possono essere esportate. Ci saranno maggiori opportunità di partnership tra i nostri due Paesi».

Oggi al governo in Italia c'è una grande coalizione. Crede sia in grado di fare le riforme che l'Ue chiede?

«Non desidero commentare la politica interna italiana. Posso dire che adesso la situazione appare più stabile e ciò è positivo anche per l'Austria. E c'è un riscontro anche nel piano di resilienza.

L'Italia rimane un importante partner commerciale per il nostro Paese».

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