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Migranti, un Cie per ogni regione: il piano (utopistico) del Viminale

Il Viminale vuole istituire un Centro di Identificazione ed Espulsione in ogni Regione in poche settimane. Ma l'impresa è assai complicata

Migranti, un Cie per ogni regione: il piano (utopistico) del Viminale

Meglio tardi che mai. È partita la "caccia" agli stranieri irregolari presenti sul nostro territorio. La circolare emanata dal capo della polizia, Franco Gabrielli, va in questa direzione: "Conferire massimo impulso all'attività di rintraccio dei cittadini dei Paesi terzi in posizione irregolare, in particolare attraverso una specifica attività di controllo delle diverse forze di polizia". E segue la linea del Viminale basata su veri e propri "rastrellamenti" e sull'apertura, in breve tempo (si parla di poche settimane), di almeno un Cie, centro di identificazione e di espulsione, in ogni Regione.

Quest'ultimo punto desta non poche perplessità. Non tanto per l'annuncio, quanto per la reale possibilità di realizzazione. Basta fare un rapido esame della situazione attuale per rendersene conto. Infatti, attualmente, è previsto che un Cie possa ospitare 1.600 migranti, ma in realtà la capienza è ridottissima: i posti disponibili sono 360.

I Cie oggi operativi sono solo quattro: Roma, Torino, Brindisi e Caltanissetta. Ci sarebbe pure quello di Bari, ma è inagibile per lavori così come quello di Crotone. Quelli di Bologna e di Milano sono chiusi, quello di Gorizia è chiuso a causa di danneggiamenti. Trapani di recente è stato trasformato in 'hotspot', uno dei centri per l'identificazione dei migranti richiesti dalle normative europee.

Istituiti nel '98 come Centri di permanenza temporanea per gli stranieri sprovvisti di regolare titolo di soggiorno e non aventi titolo per chiedere asilo o protezione internazionale, sono stati a lungo al centro di violente polemiche perché paragonati a delle carceri: non a caso il tempo di "detenzione" (amministrativa) è più volte oscillato da un minimo di 30 giorni a un massimo di 18 mesi.

Per ovviare ai problemi, un'ipotesi al vaglio del Viminale sarebbe quella di utilizzare caserme o stabili del demanio. Ma forse, prima di annunciare la creazione di un Cie per ogni Regione, bisognerebbe rimettere in funzione i centri già esistenti e rivedere un po' tutto il sistema dell'accoglienza.

Senza considerare infine il fatto che le Regioni e i Comuni che potranno essere designati a ospitare questi centri potrebbero porre il veto, come ha già fatto intendere il sindaco di Milano Giuseppe Sala dichiarando: "Con Minniti abbiamo detto che è necessario partire a livello nazionale, poi tornerà qui e vedremo".

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