Contro il decreto Sicurezza e contro il suo fautore, Matteo Salvini. Ieri a Milano studenti, centri sociali e sindacati hanno manifestato per dire «Mai più lager-No Cpr». Non ci sono stati scontri, anche se non sono mancati gli insulti al vicepremier. «Lega Salvini e lascialo legato... e gli abituali cori di insulto - ha commentato il ministro dell'Interno su Facebook - . Anche oggi non manca il corteo anti-Salvini! A Milano, i soliti kompagni protestano per i nuovi centri di rimpatrio degli immigrati clandestini previsti dal nostro Decreto, diventato legge. Bacioni».
Il corteo è partito nel pomeriggio da piazzale Piola, non lontano da Città Studi, e si è diretto verso l'ex Cie di via Corelli, in periferia. Lo stesso che da struttura di accoglienza per richiedenti asilo dovrebbe diventare «Centro per il rimpatrio». Hanno sfilato migliaia di persone, 15-20mila secondo una stima. Rappresentati, con le loro bandiere, Rete studenti, Unione degli studenti, Rifondazione comunista, Arci, Camera del lavoro, Naga, Anpi, centri sociali, Fiom, Pci, Cobas. Molti gli slogan e gli striscioni di contestazione di Salvini: «Lega Salvini e lascialo legato», «Lega ladrona. Salvini casta», «Fermare Salvini». Arrivato in via Corelli, il corteo si è fermato a qualche centinaio di metri dall'ex Cie. Sulla strada è stata tracciata con la vernice bianca una grande scritta che recita «Lager», mentre un piccolo gruppo di manifestanti ha cercato di avvicinarsi di più alla struttura. Ma la via era transennata e il blitz non ha avuto successo. Poi il corteo si è sciolto.
Sull'immigrazione continua la polemica tra il ministro dell'Interno e l'amministrazione di Milano. L'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, ha alzato i toni: «Dopo aver parlato coi responsabili delle strutture d'accoglienza sconvolte dallo tsunami del decreto Salvini e aver letto i numeri di donne, bambini, giovani uomini che in queste settimane finiranno per strada volevo esprimere un concetto piuttosto articolato. Salvini: sei un buffone pericoloso, ma noi resisteremo». E sui commenti alla manifestazione milanese: «Salvini ha poco da fare lo spiritoso. I manifestanti hanno pienamente ragione. Riaprire i Cie nel contesto del decreto Sicurezza vuol dire aggiungere danni a danni. La cosa vergognosa è che il ministro non ha il coraggio nemmeno di dire dove stanno finendo i ragazzi accolti sin qui in via Corelli perché non ha il coraggio di spiegare che con le sue genialate aumenta i profughi a carico di alcuni Comuni e crea una struttura orrenda».
Sempre ieri Salvini ha postato la foto di una lettera scritta a mano ricevuta al Viminale che lo minaccia di morte. «Letterina di minacce, soprattutto alla grammatica italiana, arrivata al Ministero...
Si tira dritto, baci e abbracci!», ha scritto il vicepremier. In un italiano sgrammaticato, il messaggio recita: ci sono «tre albanesi puntati su di te, sarai giustiziato». Nella foto postata dal ministro c'è anche la busta con il timbro. La provenienza risulta essere Bologna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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