La "linea comune" concordata con il premier Giuseppe Conte sull'immigrazione è quella di "rafforzare ancora di più la sicurezza dei cittadini italiani ponendo al centro del dibattito europeo il fatto che non possiamo essere lasciati soli in concreto". Parlando con i giornalisti al termine dell'incontro con il presidente del Consiglio a Palazzo Chigi, Matteo Salvini ribadisce la linea dura adottata nelle ultime settimane per respingere quelle navi che non hanno diritto di far sbarcare nei porti italiani gli immigrati salvati nel Mar Mediterraneo. Una linea che gli sta provocando qualche mal di pancia nel governo, non da ultimo quello con il ministro della Difesa Elisabetta Trenta.
All'indomani del duro scontro con il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli per la chiusura dei porti italiani ai 67 immigrati trasbordati dalla Vos Thalassa alla nave militare "Diciotti" dopo il tentativo di ammutinamento, Conte ha voluto parlare con Salvini di persona. Anche in vista del vertice europeo che si aprirà a Innsbruck oggi e che vedrà i minitri degli Interni dei Paesi Ue tornare ad affrontare l'emergenza immigrazione. "Da che sono ministro dell'Interno, grazie al lavoro di persone assolutamente di spessore, grazie alla linea della fermezza - ha ribadito Salvini a Conte - sono sbarcati 21mila immigrati in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno". Ma al leader leghista non basta. Vuole fare ancora meglio. "Perché - sottolinea - meno sbarchi significa meno morti".
Al momento la frattura più dura è stata rappresentata dalla nave della Guardia costiera "Diciotti" su cui si trovano ancora a bordo i 67 immigrati (58 uomini, tre donne e sei minori) che domenica scorsa sono stati salvati in acque Sar libiche dal rimorchiatore italiano Vos Thalassa e che poi erano stati trasferiti sull'unità militare italiana dopo un violento tentativo di ammutinamento. A lungo la "Diciotti" è rimasta in navigazione nel Mar Mediterraneo con il Viminale che continuava a prendere tempo e non definiva quale sarà il porto d'attracco. Un'incertezza che ha infastidito non poco Luigi Di Maio secondo cui "non è immaginabile chiudere l'ingresso ad una nave italiana". "Se si tratta di una nave italiana, che è intervenuta in una situazione che dovremmo chiarire - ha rimarcato il vice premier a Omnibus su La7 - bisogna necessariamente farla sbarcare".
Nemmeno le rimostranze dei colleghi di governo, hanno però smosso Salvini. Che ha dimostrato di non essere disposto a muoversi di un millimetro e ha così mantenuto la linea dura per fermare gli sbarchi degli immigrati.
"Se c'è gente che ha minacciato e aggredito non è gente che finisce in un albergo ma è gente che dovrà finire in una galera - ha messo in chiaro Salvini - non darò autorizzazione a nessun tipo di sbarco finché non ci sarà garanzia per la sicurezza degli italiani che delinquenti, che non sono profughi, che hanno dirottato una nave con la violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi vengano portati il prima possibile al loro Paese". Alla fine la "Diciotti" sbarcherà a Trapani. Non resta che vedere cosa ne sarà degli immigrati che si trovano a bordo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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