Ieri pomeriggio, dopo un fine settimana difficile segnato da un fortissimo attrito tra Matteo Salvini ed Elisabetta Trenta per lo stop imposto dal Viminale alle navi militari, fonti della Difesa sono intervenute con un comunicato stampa per chiarire che "non c'è alcun caso" tra i due ministri e, soprattutto, che "il governo rema unito e compatto verso la stessa direzione". Il patto di non belligeranza tra i due è però durato poche ore. In una intervista rilasciata ieri ad Avvenire, la Trenta è tornata ad avvertire Salvini e l'ala dura del governo: "Ho guardato cento volte le foto di migranti e ho pensato sempre una cosa: una famiglia che mette un figlio su un barcone sperando di regalargli la vita va solo aiutata".
In queste ore Salvini sta preparando il dossier che porterà alla riunione dei ministri dell'Interno dell'Unione europea, in programma a Innsbruck oggi e domani. E qui inconterà gli omologhi di Germania (Hors Seehofer) e Austria (Heinz-Christian Strache). "Se vogliamo aiutare la Libia a ricostruire democrazia e diritti, lo facciamo con i soldi - anticipa - chiederò ai colleghi europei soldi veri, non soldi finti o chiacchiere". Il suo obiettivo è far in modo che le missioni navali siano "di tutti e non solo dell'Italia". "La missione 'Themis' - fa notare - è una missione europea che, su 32 navi, ha trenta navi italiane. Quindi, ditemi voi che missione europea è. Di farmi prendere in giro a nome degli italiani non ho più voglia - conclude - cominceremo una trattativa che sarà lunga. Il mio obiettivo è che quest'estate abbiamo meno sbarchi e meno morti". A Innsbruck Il titolare del Viminale chiederà anche mani più libere e collaborazione per sorvegliare le frontiere esterne. Se non è una "chiusura", è comunque qualcosa che gli si avvicina parecchio. Ma non tutti sono d'accordo. A partire dalla Trenta che ieri sera è stata ricevuta dal premier Giuseppe Conte insieme ai ministri Danilo Toninelli ed Enzo Moavero Milanesi. Un vertice a sorpresa per "contenere" la linea del leader leghista.
All'indomani dello scontro con Toninelli per la chiusura dei porti italiani alla nave "Diciotti", che aveva imbarcato i 66 immigrati salvati dalla Vos Thalassa, rischia di aprirsi un nuovo fronte per Salvini. E ad aprirlo è, ancora una volta, la Trenta. "La strada è regolamentare, non chiudere - spiega il ministro della Difesa - la parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta. Poi accogliere si può declinare in mille maniere. E si può, anzi si deve, legare accoglienza a legalità". Nell'intervista ad Avvenire non solo manda un messaggio netto all'ala dura del governo ("C'è il diritto di assicurare un asilo a chi fugge dalla guerra.
E il diritto di arrivare e trovare un lavoro"), ma si lancia anche in una difesa a spada tratta delle Ong ("Dico basta a una eccessiva demonizzazione che non mi convince e non mi piace"). Una posizione che difficilmente potrà essere coniugata con quella del Viminale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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