Migranti, il Papa: "I campi profughi come i campi di concentramento"

Bergoglio paragona i campi per i rifugiati a quelli di concentramento: "Violano i diritti". E ricorda una cristiana sgozzata davanti al marito islamico

Migranti, il Papa: "I campi profughi come i campi di concentramento"

"I campi di rifugiati, tanti, sono campi di concentramento per la folla di gente lasciata lì". Papa Francesco, nel Santuario dei martiri del Novecento sull'Isola Tiberina, torna a tendere la mano agli immigrati che continuano ad arrivare in Europa. "I popoli generosi che li accolgono - ha esortato il Santo Padre - debbono portare avanti da soli questo peso, e gli accordi internazionali sembrano più importanti dei diritti umani".

Nella Basilica di San Bartolomeo, memoriale dei martiri del Novecento affidato alla Comunità di Sant'Egidio, papa Francesco ha presieduto una liturgia della Parola. Accolto dal fondatore Andrea Riccardi e dal presidente Marco Impagliazzo, attraversando a piedi l'Isola il Pontefice si è come immerso nella folla che gremiva ogni metro della piccola superfice della piazza che divide la Basilica dell'Ospedale Fatebenefratelli. "Vorrei oggi aggiungere un'icona di più in questa chiesa, una donna - non so il nome - ma ci guarda dal cielo", ha detto il Santo Padre ricordando quando, in visita sull'isola di Lesbo, ho conosciuto un 30enne che gli ha detto: "Padre, io sono musulmano, mia moglie era cristiana, nel nostro Paese sono venuti i terroristi ci hanno chiesto la fede, hanno visto lei con il crocifisso, hanno chiesto di buttarlo, lei non lo ha fatto, e l'hanno sgozzata davanti a me".

Questa è l'icona che Bergoglio ha voluto portare in regalo nel Santuario dei martiri del Novecento sull'Isola Tiberina. "Non so se quell'uomo è ancora a Lesbo o è riuscito a andare altrove, se è stato capace di uscire da quel campo di concentramento - ha continuato il Pontefice - quel musulmano portava la croce senza rancore, si rifugiava nell'amore della moglie". Papa Francesco, che aveva ascoltato le testimonianze di alcuni familiari di cristiani uccisi, in particolare della sorella di padre Hamel ucciso a Rouen nel luglio scorso, del figlio di figlio di Paul Schneider, pastore della Chiesa Riformata, ucciso nel campo di Buchenwald il 18 luglio 1939 e di Francisco Hernandez, amico di William Quijano, ucciso in El Salvador la sera del 28 settembre 2009.

"Sono i nuovi martiri - ha commentato - senza di loro la Chiesa non può andare avanti. La Chiesa ha bisogno di santi di tutti i giorni, che abbiano il coraggio di essere testimoni fino alla fine, fino alla morte".

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