Milan e Inter, la sentenza ultrà: 10 anni di pena a Lucci e Beretta

Oltre ai due capi della Sud e della Nord, condannati 16 membri del direttivo del tifo organizzato. Risarciti i club e la Lega calcio

Milan e Inter, la sentenza ultrà: 10 anni di pena a Lucci e Beretta
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Sono le pene più alte mai inflitte nei (pochi) processi alle bande di ultras che governano gli stadi del calcio italiano. Ma è anche vero che in nessuno stadio il potere criminale delle Curve aveva raggiunto il potere assoluto che i capi delle tifoserie di Inter e Milan avevano conquistato anno per anno, nella colpevole acquiescenza dei club. In questo modo, il crimine organizzato si è impadronito della «Scala del calcio».

Ieri il conto più pesante arriva agli uomini che per anni hanno impersonato il governo delle Curve rossonero e nerazzurro, al termine del processo con rito abbreviato davanti al giudice Rossana Mongiardo. Dieci anni di carcere a Luca Lucci, il capo indiscusso della nuova generazione di ultras milanisti. E dieci anni anche a Andrea Beretta, che invece nella curva dell'Inter era più gerarca che capo, e si è fatto largo grazie alla morte violenta di amici di una vita come Vittorio Boiocchi.

Associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, ovvero al controllo violento dei business dello stadio, dal merchandising ai parcheggi. Ma ad alzare il conto sono anche i delitti di sangue di cui entrambi i capi si sono resi responsabili. Lucci viene condannato come mandante dell'agguato a Enzo Anghinelli, ultrà milanesi inviso ai capicurva, che incredibilmente sopravvisse a una pallottola piantatagli in testa dai killer di Lucci. Beretta invece il suo delitto l'ha portato fino in fondo, ammazzando Antonio Bellocco, l'uomo di 'ndrangheta che del controllo della Nord voleva fare il fiore all'occhiello della sua cosca. Beretta se la cava con poco, perchè collabora con la giustizia: una scelta quasi obbligata, visto che in carcere rischiava di essere raggiunto dalla vendetta dei familiari di Bellocco. Che invece si devono accontentare del risarcimento stabilito dal giudice nella sentenza. Condanna sparse, per un totale intorno al secolo, ad altri quattordici imputati.

Tutti gli imputati dovranno risarcire - con una cifra per ora meno che simbolica - la Lega Calcio (20 mila euro) e i due club milanesi (50 mila a testa) che si sono costituiti parte civile contro di loro, sollevando ire e scioperi del tifo da parte degli ultras: che evidentemente erano stati abituati diversamente, e che ora si sentono traditi e abbandonati. D'altronde di che pasta erano fatti i capicurva sia Inter che Milan lo sapevano bene, i curriculum criminali dei capi delle tifoserie erano noti, e ciò nonostante le indagini dei pm Sara Ombra e Paolo Storari hanno raccontato per filo e per segno come i boss venissero (soprattutto in casa Inter) coccolati, portati a cena, omaggiati con i biglietti che arricchivano le casse degli ultras. Ma non erano solo i due club a non essere schizzinosi.

Nelle frange dell'inchiesta è emerso come Lucci venisse accolto nell'entourage dorato di Federico Lucia alias Fedez, cui forniva i gorilla per la security: gli stessi gorilla che poi regolano i conti in sospeso del rapper. Uno di loro, Christian Rosiello, ha scelto il rito ordinario e verrà processato a parte insieme al fratello minore di Lucci.

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