Cronache

"Milano capitale degli abusivi. Occupata una casa al giorno"

Il presidente Aler: "In un solo anno e mezzo 430 casi, abbiamo fatto 762 sgomberi, ma di più è impossibile"

"Milano capitale degli abusivi. Occupata una casa al giorno"

Milano - I riflettori delle Tv e dei giornali si sono spenti, ma i guai sono quelli di sempre. «Guardi questa tabella - il prefetto Gian Valerio Lombardi porge all'ospite un foglio - queste sono le occupazioni abusive dei nostri appartamenti dall'inizio del 2015 a oggi». Scorrere quei numeri vuol dire ruotare il mappamondo: 2 albanesi, 1 bosniaco, 80 egiziani, 83 rumeni, in gran parte anche se mancano conferme Rom, 102 italiani. «Il totale - annota il presidente dell'Aler, il colosso pubblico che gestisce un immenso patrimonio immobiliare fra Milano e provincia - fa 430. Quattrocentotrenta in un anno e mezzo o poco più. In sintesi questo significa un ingresso clandestino al giorno».

Possibile, presidente?

«C'è stato un periodo in cui i telegiornali raccontavano queste storie tutti i giorni, poi l'attenzione è inevitabilmente scesa, ma i problemi non sono stati risolti. Intendiamoci, noi dell'Aler, e lo dico senza retorica, facciamo la nostra parte e a fronte di 430 nuove occupazioni abbiamo effettuato 762 sgomberi, ma di più è impossibile».

Perché?

Invece di rispondere, Lombardi afferra un'altra cartellina: «Quando ero prefetto di Milano io avevo dichiarato guerra agli abusivi».

Una specie di modello Trump in anticipo sui tempi?

«Più modestamente, il coordinamento ferreo di un sfilza di autorità che devono lavorare in perfetta sincronia perché uno sgombero abbia successo. Se ad esempio ci sono dei minori dovrò prevedere la presenza di un assistente sociale e se ci sono cani o gatti di tecnici ad hoc».

Ma adesso lei non è più il prefetto: guida l'Aler.

«Appunto. Però, se Palazzo Marino mi scrive e mi dice testualmente che i centri di emergenza sociale del comune di Milano sono saturi e quindi mi invita gentilmente a cercare gli spazi dove sistemare le famiglie abusive che dobbiamo sfrattare, allora capisce che la soluzione si allontana e tutto diventa più difficile. E infatti abbiamo tremila irregolari, fra vecchi e recenti».

Ma ci sarà una soluzione?

«Io sono un uomo delle istituzioni e non voglio fare polemiche con nessuno».

Però?

«È il solito meccanismo all'italiana che funziona male. Troppe competenze incrociate, troppe teste che devono decidere, troppi rimpalli. Troppa burocrazia. Troppo di tutto. Posso farle un esempio banale?».

Prego.

«Al Giambellino, storico quartiere della periferia milanese, avevamo un tizio che aveva ridotto la casa in un immondezzaio».

Siete intervenuti?

«A nostro rischio e pericolo».

Che vuol dire?

«Io avevo decine di segnalazioni di condominii inferociti che avevano gli scarafaggi nel frigo, nella culla del bebè, nei letti. Uno sfacelo: dopo un mese, e dopo il solito girotondo con la Asl e il Comune, ho ordinato la disinfestazione, ma rischiando una denuncia per violazione della privacy».

Addirittura?

«Recentemente abbiamo cacciato un abusivo che ci doveva una bella somma, ma lui ha denunciato il mio direttore generale perché nel parapiglia sono spariti due barattoli di miele. Potrei proseguire a lungo».

Ma voi le denunce le fate?

«A pacchi ma a Milano, che si sappia, non si fa un processo che sia uno per le occupazioni abusive, non si processano quelli che rubano la corrente allacciandosi ad altre utenze. Noi fotografiamo, scriviamo, inviamo rapporti a raffica, poi tutto si perde, finisce in un cassetto, evapora. Anche se un decreto di Renzi afferma che agli abusivi non devono essere forniti i servizi di luce, gas e tutto il resto. Ma non è tutto».

Che altro c'è?

«C'è un dilemma di fondo che nessuno vuole affrontare. Da una parte ci chiedono di avere i conti in ordine, come un'azienda modello, dall'altra dobbiamo tenere conto della situazione sociale, della povertà sempre più invasiva, delle morosità incolpevoli che sono migliaia».

Un equilibrio difficile?

«Ma non ci arrendiamo. Abbiamo 70mila unità immobiliari e cerchiamo di ricavare il più possibile. Abbiamo centinaia di spazi commerciali e qui la guerra agli abusivi sta dando risultati interessanti. Come pure la politica di contenimento dei costi.

In un biennio abbiamo dimezzato le spese, con un risparmio di oltre trenta milioni».

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