Politica

Milano, colpo di mano sulla mobilità

In pochi giorni stravolta la viabilità con chilometri di piste ciclabili

Pierluigi Bonora

Non bastava il premier Giuseppe Conte a ordinare agli italiani chi andare a trovare e chi no dopo il lockdown, ora arriva anche l'amministrazione comunale di Milano a imporre ai cittadini di muoversi a piedi o in bicicletta, in particolare «chi è in salute e non deve fare molti chilometri», come ha precisato l'assessore all'Urbanistica, Pier Francesco Maran.

A Milano, approfittando della città ferma per il Covid-19, si concretizza in questi giorni un autentico colpo di mano che ha già mandato su tutte le furie i commercianti e molti cittadini, tra cui i tanti pendolari (600mila) che hanno la necessità di spostarsi rapidamente e non potranno più contare, per un tempo indefinito, su quel tipo di trasporto pubblico a cui erano abituati. Per metro, tram e bus funzionerà, infatti, la regola del distanziamento e i posti saranno contingentati.

Come ovviare al problema? Per il sindaco Beppe Sala, sempre più ostaggio di ambientalisti, seguaci di Greta e Sardine varie, e gli assessori «talebani» Maran e Marco Granelli (Mobilità), la soluzione è rappresenta dal togliere dalle strade più auto possibili, non tenendo presente che da domani e nei mesi a venire (non è sempre estate), il mezzo privato sarà privilegiato per scongiurare rischi di contagio ed evitare ritardi al lavoro, soprattutto per chi risiede in periferia e fuori Milano (i pendolari devono fare i conti anche con treni e pullman a capienza limitata). Ecco allora i 35 chilometri di piste ciclabili nel cuore della metropoli, con l'eliminazione di posti auto e il dimezzamento delle carreggiate. Per il trio Sala-Maran-Granelli viaggiare in bicicletta e soprattutto in monopattino è più comodo, veloce e green. Lo stesso Granelli si è fatto riprendere, giorni fa dalle tv, «sfrecciare» in monopattino in pieno centro e in una città senza traffico. Ma non sarà più così, progressivamente, a partire da domani, coronavirus permettendo. Non è un mistero che, nell'attraversare le strade, non essendo gli italiani abituati alle presenza delle piste ciclabili, si rischia di essere travolti da ciclisti al cellulare e dall'andatura piuttosto allegra. Per non parlare dei monopattini impegnati a zigzagare pericolosamente tra i pedoni. È vero che ora avranno a dispozione piste fatte apposta, mai i pericoli restano. Il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, Fabrizio De Pasquale, dà inoltre per scontate, alla luce dei nuovi restringimenti delle carreggiate, «interminabili code tra San Babila e Sesto, a scapito del transito dei mezzi di soccorso». E ai prevedibili danni (commercianti ulteriormente penalizzati dopo il lockdown) aggiunge la beffa: «Le ciclabili verranno realizzate con gli appalti e i fondi per la manutenzione stradale», gli stessi che sarebbero serviti per chiudere le buche.

L'assessore Maran usa il termine «muoversi, ma diversamente» alla pari di una parola d'ordine. A Milano, però, è nato tempo fa il movimento «muoverMi», lista civica che si presenterà alle amministrative del 2021, già in guerra con Palazzo Marino. «La politica sulla mobilità - sottolinea il movimento - va ripensata totalmente, abbandonando dogmatismi ideologici, elitarismi egoisti e ristabilendo le condizioni affinché il mezzo privato (a quattro o a due ruote) sia di nuovo utilizzabile in conformità con le proprie necessità».

Mobilità e traffico sono già ora al centro della disputa elettorale del prossimo anno. Maran dice che il Comune vuole privilegiare la «mobilità dolce» e che lo spazio portato via ai parcheggi potrà essere lasciato a bar e ristoranti. Eppure, come diceva Sala nello spot gaffe «Milano non si ferma» del periodo ante lockdown, «abbiamo ritmi impensabili».

Che biclette e monopattini faranno sicuramente rispettare.

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