Potrebbe non essere ancora abbastanza. Lo ha detto chiaro, ieri, Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute. Tanto chiaro da arrivare a pronunciare quella parola che nessuno di noi avrebbe più voluto ascoltare: lockdown. «Il virus dilaga incontrollato in alcune aree del Paese - ha detto - Servono lockdown locali». Per lui «le misure adottate non sono sufficienti. Sono un passo avanti ma mio avviso non sufficiente ad affrontare la circolazione del virus in questo momento - ha spiegato ancora Ricciardi - Le misure vanno prese in maniera proporzionata alla circolazione del virus che in questo momento in alcune aree del Paese dilaga, è incontrollato: quando noi abbiamo un indice di contagio di 2.5 significa che la trasmissione del virus è esponenziale e quindi c'è bisogno di misure più aggressive su tutti i versanti».
Il suo è più che un parere. Ricciardi snocciola numeri e cita ricerche. Per l'esattezza uno studio pubblicato su Lancet la settimana scorsa e realizzato dai ricercatori dell'Università di Edimburgo che analizza le esperienze di 131 Paese nei mesi passati. Risultato: «Quando la circolazione del virus ha le dimensioni che ha, ad esempio, in questo momento in Italia, in Francia e in Spagna, l'unica cosa che serve per rallentare questo indice di contagio è un lockdown. Naturalmente non lo devi fare generalizzato - precisa Ricciardi - ma dove l'indice di contagio è alto perchè rallenta del 24%; se lo abbini poi ad una chiusura mirata delle scuole, aumenti questa dimensione del 15% e se fai uno smart working obbligatorio sia per il pubblico sia per il privato aumenti ancora del 13%, quindi arrivi ad una riduzione del 50-55%. La limitazione dei mezzi pubblici incide per un ulteriore 7% e questi effetti vengono visti dopo 8 giorni». «Quindi - conclude il consulente del ministro della Salute - se noi adottassimo in questo momento, e avremmo dovuto farlo due settimane fa, l'insieme di queste misure, saremmo in grado a Milano, a Napoli, a Roma e in alcune zone del Piemonte e della Liguria di dimezzare questo indice di contagio». E, aggiunge, «con i cedimenti e le illusioni questa pandemia non la sconfiggiamo, ma saranno i virus a sconfiggere noi». Parole dure che ipotizzano scenari già fin troppo noti. Ma condivise anche da altri. Come Silvio Garattini, presidente dell'Istituto Mario Negri di Milano: «Le misure contenute nel nuovo Dpcm danno un colpo al cerchio e uno alla botte tra salute ed economia ma non arrivano al punto giusto, perché continuano ad aumentare i contagi e i morti».
E poi chiosa «c''è un eccesso di sovrapposizione tra governo, Regioni e Comuni, fanno tutti quello che vogliono».«I lockdown mirati hanno dei meriti e non vanno esclusi, possono dare un contributo», concorda anche il virologo Andrea Crisanti che aluta comunque il nuovo Dpcm «coraggioso e rispettabile».
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