Da Mina a Vasco, ecco chi fa cantare i leader

Bersani è rock, Franceschini raffinato, la Meloni ama il folk "nordico": le playlist della politica

Roma - Giochi di affinità tra musica e politica. La strana coppia Renzi-Alfano non condivide solo il governo, ma anche la passione per Francesco Guccini. Lo racconta lo stesso (ex) cantautore e scrittore, intervistato dall' Huffington Post , proclamandosi «innocente» per essere in cima alle playlist del premier e rivelando l'apprezzamento del ministro dell'Interno. D'altra parte il cantastorie di Pavana è nel cuore di molti politici Pd. Come Dario Franceschini, nel cui pantheon musicale - oltre a De Gregori, Fossati, Dalla, Vasco Rossi e De André - trovano spazio due cantautrici donne, la romana Chiara Civello e la newyorchese Norah Jones. Un altro ex segretario Pd, Pier Luigi Bersani, ha un'anima squisitamente rock. Tanto da cantare, a una festa Pd, Highway to hell degli AC/DC. Ma la vera passione di Bersani è per Vasco Rossi. Dal cantautore di Zocca l'ex leader piddino si è ispirato anche per la sua attività politica, arrivando a scegliere una strofa del Blasco («Un senso a questa storia») come slogan per le primarie Pd del 2009, e citandolo nei giorni dell'impasse post-elezioni nel 2013: «Faccio come dice Vasco: corri e fottitene dell'orgoglio». Restando ai democratici, se Veltroni si divideva tra il jazz di Luca Flores e il pop di Jovanotti, Enrico Letta ha addirittura infilato le sue preferenze musicali nel discorso di insediamento del suo (breve) governo. Affidando ai Tiromancino la sintesi dei rapporti Italia-Ue («Due destini che si uniscono»), elogiando con Ligabue le potenzialità turistiche del Bel Paese, una «bellezza senza navigatore», e bastonando le colpe della casta nell'astensionismo parafrasando la Canzone del Maggio di De André: «Nessuno si senta assolto, siamo tutti coinvolti». Una strofa che in politica ha grande successo. Un anno fa, prima di conquistare Pd e Palazzo Chigi, intervistato da Gramellini sulla Stampa , Renzi la rispolvera, a proposito dei «poteri forti dal pensiero debole» che non si fidavano di lui: «Faccio il verso a De André: “Per quanto vi crediate assolti siete per sempre coinvolti”». Dopo la delusione delle ultime Europee, è toccato a Grillo rispolverare Faber, twittando un altro verso della stessa canzone: «Verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte». De André è anche l'unico amore musicale di Matteo Salvini, a parte una scappatella con i Modà. Davide Van de Sfroos, a sorpresa, piace invece a Giorgia Meloni.

E Mario Monti? Da uno come lui, parlando di musica, ci si aspetterebbe roba seria. E invece il Professore almeno nella musica non sembra amare il rigore, ma Domenico Modugno e Mina, icone italiane della sua gioventù, tra Volare e Mille bolle blu . Mina è anche la preferita dell'altro Professore, quello bolognese, Romano Prodi, che confessa un'insospettabile passione per Simon&Garfunkel e per We shall overcome , canto di protesta americano reso celebre da Joan Baez, e chissà a chi pensava Prodi, fischiettandola. Forse a Berlusconi che, come è noto, ama però chansonniers francesi come Trenet e Aznavour e canzoni napoletane.

Gli altri? Pier Ferdinando Casini ascolta il «grillino» Celentano, Gino Paoli e Lucio Battisti, con quest'ultimo sicuramente preferito a Fedez da Maurizio Gasparri. Mariastella Gelmini sceglie Ligabue, Gaber e la Pausini. Tra gli esterofili uno strano trio «innamorato» di Springsteen: Fabrizio Cicchitto, Roberto Maroni e Ignazio Marino.

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