Cronache

Minacce Isis a Di Maio: l'Italia torna nel mirino. Solidarietà bipartisan

Il ministro: "La lotta al terrorismo continua". La battuta di Grillo: "I 5s sono più pericolosi"

Minacce Isis a Di Maio: l'Italia torna nel mirino. Solidarietà bipartisan

È arrivata pronta la massima solidarietà al ministro degli Esteri Luigi Di Maio anche dall'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche d'Italia, per le minacce dell'Isis rivolte a lui e all'Italia intera dopo la riunione ministeriale della Coalizione anti Daesh (il nome con cui l'Isis è meglio conosciuta a livello internazionale), tenutasi per la prima volta a Roma. Era il 28 giugno scorso quando Di Maio ha co-presieduto il vertice con il segretario di Stato americano Antony Blinken. Pieno sostegno dall'Europa. «Minacce inaccettabili» ha scritto su twitter l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione, Josep Borrell: «L'Ue conferma la piena solidarietà e determinazione a continuare a giocare il suo ruolo negli sforzi globali per sconfiggere l'intollerante ideologia dell'odio dell'Isis».

Il presidente del consiglio, Mario Draghi, ha difeso il lavoro del suo ministro: «La conferenza anti Daesh da lui presieduta è stata un successo. Il governo resta impegnato nel contrasto al terrorismo». Lo stesso Di Maio ha rassicurato sull'intenzione del Paese di non lasciarsi intimidire. «Non saranno le minacce a fermare l'azione dell'Italia nella lotta al terrorismo. E lo stiamo dimostrando con i fatti» le dichiarazioni del ministro, che ha parlato anche di un rafforzamento del «ruolo dell'Italia» nella lotta al terrorismo jihadista. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, pd, in una nota ha assicurato che «l'Italia è in prima linea nella lotta al terrorismo e le Forze armate italiane continueranno ad operare con coraggio e determinazione» contro Daesh.

«Questa è Dabiq, questa è Ghouta, questa è Gerusalemme. E questa è Roma», dove «entreremo», si legge sulla rivista on-line al-Naba, legata ai jihadisti. Nel lungo articolo del settimanale riconducibile all'Isis sono state riportate le parole del ministro degli Esteri italiano che ha invitato a combattere l'Isis a tutto campo, sostenendo che non basta contrastare il Daesh in Siria ed Iraq, ma che è necessario ampliare il raggio d'azione anche all'Africa e in particolare alla regione del deserto del Sahel, la cui sicurezza è strettamente legata a quella europea, anche perché si tratta di Paesi di transito verso le sponde rivierasche del Nord Africa che guardano all'Italia e all'Europa. «Stiamo lavorando per fermare i flussi migratori irregolari e bloccare i trafficanti di esseri umani», ha poi dichiarato Di Maio. Propositi che evidentemente non sono risultati graditi agli organi di propaganda dell'Isis, che continua a operare soprattutto nelle aree di conflitto, dove più forte è la possibilità di fare proseliti sfigurando anche la religione e trasformandola in un'arma di terrore.

La solidarietà è arrivata ovviamente da tutti i partiti politici e dai colleghi di governo. «L'impegno centrale del nostro Paese nella lotta al terrorismo dell'Isis è un punto saldo e indiscutibile» scrive su Twitter il presidente della Camera, il 5 stelle Roberto Fico. Solidarietà dal segretario del Pd, Enrico Letta, dal leader della Lega Matteo Salvini, dalla presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. Uno dei primi a intervenire è stato Renato Brunetta, ministro azzurro per la Pubblica amministrazione: «Erano anni che un nostro ministro degli Esteri non riceveva minacce esplicite. Intollerabili oggi più che mai». E Mara Carfagna: «L'idea che la barbarie fondamentalista possa impadronirsi di Roma è semplicemente ridicola». Ironizza Beppe Grillo, con una battuta: «Luigi Di Maio non ti preoccupare.

Sono meno pericolosi dei grillini più agguerriti».

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