Se, e come, nascerà la nuova galassia bancassicurativa destinata a cambiare gli equilibri della finanza italiana, lo si capirà forse già nel fine settimana.
Dopo il fischio d'inizio arrivato ufficialmente martedì in serata da Intesa, ieri le Generali hanno rallentato la corsa in Piazza Affari limitando il rialzo a uno 0,97% mentre le azioni dell'istituto guidato da Carlo Messina hanno segnato un +0,35% e Mediobanca, dall'altra parte della barricata, ha guadagnato un altro 3,1% con poco più di 15 milioni di pezzi scambiati (martedì è passato di mano il 2,2% del capitale). Ma il vero exploit è stato quello di Unicredit, balzato in Borsa di quasi il 9% con il mercato che scommette sulla possibile vendita della quota in Piazzetta Cuccia, di cui è primo socio. Il pacchetto potrebbe essere ceduto proprio a Intesa, rendendo meno onerosa la stretta seppur indiretta sul Leone rispetto a un'offerta carta contro carta su almeno il 60% del capitale della compagnia triestina.
Mentre nelle sale operative si delineano scenari, al momento improbabili, a spostare le posizioni in Borsa hanno contribuito anche le parole dell'ad di Axa, sorvegliata speciale per un'eventuale offensiva francese sul Leone con la sponda di Vincent Bollorè (socio di peso in Mediobanca, che a sua volta controlla con il 13% la compagna assicurativa), Thomas Buberl: «Non abbiamo interesse a realizzare una grande acquisizione», ha detto Buberl, respingendo con chiarezza anche una possibile acquisizione di Generali. Se qualcuno vuol guidare il consolidamento nel comparto, lo faccia ma «la nostra strategia non è questa», ha aggiunto a una manifestazione organizzata dalla Süddeutschen Zeitung. Il manager ha aggiunto che un'acquisizione di grandi dimensioni da parte di Axa non sarebbe ben accolta dal mercato francese, riferendo le parole in inglese che gli ha detto un analista finanziario di primo piano del comparto assicurativo: «Thomas, se lo facessi, verresti crocifisso». Acquisire grandi rivali richiederebbe troppe risorse di capitale, quindi Axa si chiama di nuovo fuori.
Ieri alla Consob una delegazione di Intesa guidata dal direttore finanziario, Stefano Del Punta, ha confermato alla Commissione che il management sta valutando una combinazione industriale con Generali con l'obiettivo di creare un campione nel risparmio gestito e nella bancassurance ma solo se l'operazione creerà valore. Le audizioni proseguiranno oggi: in mattinata saranno ascoltati gli emissari di Unicredit e nel tardo pomeriggio quelli di Generali che sempre ieri ha riunito il cda sul governo societario. Come previsto, il board ha deliberato di interrompere il rapporto di lavoro con il direttore generale e cfo, Alberto Minali che lascerà il 31 gennaio con in tasca una buonuscita di circa 5,8 milioni e non verrà, allo stato, sostituito nella carica di direttore generale prevista dallo Statuto» mentre Luigi Lubelli è stato nominato direttore finanziario. Tutte le funzioni aziendali di primo livello che dipendevano da Minali sono poste, con effetto immediato, a diretto riporto dell'ad Philippe Donnet.
Mentre le grandi manovre sul Leone tenevano banco in Borsa, in Consob e a Trieste, l'ad di Intesa si trovava a Mosca per un'altra «missione di sistema». Messina è infatti stato ricevuto ieri dal presidente russo Vladimir Putin dopo che la banca ha sostenuto con un finanziamento fino a 5,2 miliardi l'acquisizione del 19,5% di Rosneft da parte del consorzio formato da Glencore e dal fondo sovrano del Qatar (Qia).
A Torino, intanto, i vertici della Compagnia di San Paolo - primo azionista di
Intesa con il 9,4% - hanno assicurato piena fiducia nelle scelte del management della banca che domani ha in agenda il cda sul budget per il 2017. Anche se l'attesa ovviamente è che su Generali ci sia un giro d'orizzonti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.