Le nuove sfide della globalizzazione ma soprattutto i nuovi scenari prodotti da rischi davvero «globali» come le pandemie, dimostrano che la difesa del proprio prodotto d'eccellenza deve essere un punto fondamentale dell'azione di qualunque governo. Ed è in questa ottica che un gruppo davvero bipartisan di parlamentari ha accolto la proposta lanciata dall'Aepi, acronimo che si scioglie in Associazione europea dei professionisti e delle imprese.
La proposta avanzata dall'associazione è semplice: istituire il ministero del Made in Italy, razionalizzando le deleghe già esistenti per arrivare a una maggiore efficienza. Questa proposta diventa adesso un disegno di legge e come tale viene supporto e firmato da un gruppo trasversale di parlamentari, tra i quali spiccano i nomi della capogruppo alla Camera dei Deputati di Forza Italia, Mariastella Gelmini, Luca Lotti del Pd, Gian Marco Centinaio della Lega, Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia e Alessandro Colucci del Gruppo misto. La proposta chiede, nel concreto, la modifica del dl n. 300 del '99, per procedere alla riorganizzazione funzioni e competenze attualmente presenti in più di un ministero, come ad esempio lo Sviluppo Economico, gli Affari Esteri e l'Agricoltura.
«Questa proposta - spiega la Gelmini - non va in direzione di aumentare le poltrone, ma di trovare un metodo. Non possiamo trascurare il made in Italy e la sua promozione». «Occorre - aggiunge la parlamentare azzurra - uno sguardo condiviso, in una logica di non contrapposizione tra produttori e consumatori. Agiamo in fretta per difendere la nostra economia, in un periodo in cui si sente parlare di una rimodulazione dell'Iva per settori come gli alberghi e la ristorazione. Il turismo è anch'esso made in Italy».
L'armonia che si respirava nel contesto di Montecitorio dove si presentava la proposta di legge era invece soltanto la parvenza di un ricordo a via della Scrofa dove Giorgia Meloni ha riunito l'esecutivo di Fratelli d'Italia. Tra i temi del giorno ovviamente il rebus candidature. Rebus soltanto per la stampa e per gli alleati, sottolineano a via della Scrofa. «Pacta servanda sunt» avverte la Meloni che ha confermato la sua linea sul nodo dei candidati governatore alle prossime regionali. A cominciare dalla Puglia. Riaprire adesso i patti firmati e chiusi mesi fa, il ragionamento fatto dalla presidente di Fdi con il suo stato maggiore in via della Scrofa, servirebbe soltanto a indebolire i candidati della coalizione. Un messaggio preciso rivolto, in particolare, a Matteo Salvini, che vorrebbe ridiscutere gli accordi già presi.
Alla
Lega, poi, da via della Scrofa, parte la richiesta di indicare al più presto il candidato per la Toscana in modo da «smentire le voci false e interessate che insinuano che Salvini parli più con Renzi che con gli alleati».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.