
Dopo anni in cui l'Italia e le nazioni di primo approdo sono state lasciate sole a gestire l'immigrazione irregolare, l'Europa cambia passo sposando la linea dura e abbracciando il modello italiano. Ieri a Copenhagen i ministri degli Interni dei Paesi Ue si sono incontrati per discutere le politiche in materia di migrazione e sicurezza e a prevalere è stata una maggiore fermezza sui rimpatri dei richiedenti asilo respinti, la lotta all'immigrazione irregolare e la possibilità di istituire centri di rimpatrio fuori dall'Ue rafforzando il ruolo dell'agenzia per la protezione delle frontiere Frontex. A dettare la linea è il commissario europeo agli Affari interni Magnus Brunner che accoglie "soluzioni innovative" affermando di essere "aperti ad hub esterni ma devono rispettare il diritto". Non a caso il protocollo Italia-Albania, inteso come modello di collaborazione concreta con un Paese extra europeo nella gestione dell'immigrazione illegale, è stato al centro della sessione di lavoro organizzata dalla presidenza danese dell'Ue a cui ha partecipato anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi (foto). "I centri per i rimpatri in territorio albanese - ha spiegato Piantedosi - possono essere considerati dei veri e propri precursori dei return hubs previsti nella proposta del nuovo regolamento rimpatri, proprio per questo, siamo convinti di andare nella giusta direzione e cioè verso un modello di rimpatrio autenticamente europeo, che possa contare anche sulla collaborazione di Stati Terzi. Un sistema di rimpatri efficace e tempestivo può essere il principale deterrente per gli ingressi illegali".
"Solo così - ha aggiunto il ministro dell'Interno - potremo allentare la pressione migratoria verso l'Europa, creando un meccanismo che ci consenta di valutare la domanda di protezione internazionale e di procedere quindi al rimpatrio, da Paesi Terzi sicuri".