Politica

Minniti e l'allarme baby gang «Usano metodi da terroristi»

Il ministro dell'Interno invia 100 agenti: «Aumenterà la videosorveglianza». La sfida di 30 giovani ai militari

Simone Di Meo

Napoli Si muovono in branco. Armati e a mani nude. E non temono autorità di polizia o giudiziaria. Le baby gang a Napoli preoccupano il ministro Marco Minniti che ieri ha presieduto il Comitato per l'ordine e la sicurezza, in prefettura. Eppure misure straordinarie per arginare questo fenomeno non ci sono e non ci possono essere considerato che i delinquentelli hanno spesso meno di 14 anni. Su Facebook nelle ultime 24 ore è diventata «famosa» la foto di un branco di bambini di 10 anni che impugnano riproduzioni di pistole e coltelli e imbracciano mazze da baseball e indossano tirapugni. Si presentano come la baby gang di un piccolo vicoletto di Montesanto, a ridosso dei Quartieri Spagnoli. Familiari e amici commentano entusiasti. Sanno che nessuno potrà mai far loro alcunché.

Quelli più grandi, quando si presenta l'occasione, però ai ceppi ci finiscono. Come accaduto a Castello di Cisterna dove sono stati arrestati 7 ragazzi (di cui 4 ora nel centro di accoglienza dei Colli Aminei) accusati di avere commesso 17 rapine in due mesi. Il gruppo colpiva nelle stazioni ferroviarie e nei bar del Napoletano utilizzando a turno una pistola giocattolo per minacciare i malcapitati e farsi consegnare il cellulare. Sono almeno 32 le vittime accertate. Sono stati invece solo denunciati il 16enne e il 17enne intercettati dagli agenti del commissariato di Secondigliano mentre viaggiavano a bordo di un ciclomotore: hanno tentato di eludere il controllo, e una volta fermati hanno consegnato spontaneamente un tirapugni in ferro e un coltello a scatto. Non si sono fermati, invece, i 30 ragazzi che come testimonia un video del Corriere del Mezzogiorno hanno picchiato tre giovani davanti a una pattuglia dell'esercito, sul lungomare. Le vittime avevano provato a rifugiarsi dietro il blindato dei militari ma sono state inseguite e malmenate. A far scattare le violenze sarebbe stato un sorriso di scherno rivolto a una ragazzina del gruppo a causa del suo abbigliamento. A incitare i compagni all'aggressione, con frasi del tipo «uccideteli», sarebbe stata una 13enne.

Dal Comitato per l'ordine e la sicurezza la parola d'ordine del ministro dell'Interno è comunque fiducia. Nella repressione («Possiamo dire di essere sulla buona strada o di aver già individuato i responsabili delle violenze inaccettabili di questi giorni») e nella prevenzione («Fondamentale è l'aumento dell'efficienza dei mezzi di contrasto, in particolare la videosorveglianza»), e fiducia che la criminalità minorile non diventerà la nuova camorra. «Le baby gang non sono terroristi ma hanno metodi simili. Colpiscono a caso ha detto Minniti La prima questione è il controllo del territorio». Arriveranno, infatti, altri 100 poliziotti nelle prossime settimane.

«Abbassare l'imputabilità da 14 a 12 anni non significa aggiungere un cavillo a un sistema legale già di per sé complesso, ma salvare centinaia di bambini», commenta al riguardo Mara Carfagna, portavoce dei deputati di Forza Italia e consigliere comunale nel capoluogo campano. «Ecco perché togliere questo scudo aggiunge così come escludere la sospensione del processo con messa alla prova per i minori che si sono macchiati di reati gravi come associazione di tipo mafioso, omicidio, violenza sessuale e rapina, come previsto da una proposta di legge di Forza Italia già del 2006, può cancellare quella sensazione di impunità che conclude viene ancora percepita oggi in determinati contesti».

«Più passa il tempo più diverrà difficile arrestare questa escalation commenta laconico, invece, il deputato napoletano Pd, Leonardo Impegno .

Non possiamo lasciar vincere la paura».

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