Politica

La miseria del "bastardi" di Saviano

Non siamo quelli che si scandalizzano per l'uso del torpiloquio che, da Dante a Pasolini passando per Cesare Alfieri e Carlo Emilio Gadda, caratterizza il genere letterario dell'invettiva politica.

La miseria del "bastardi" di Saviano

Non siamo quelli che si scandalizzano per l'uso del torpiloquio che, da Dante a Pasolini passando per Cesare Alfieri e Carlo Emilio Gadda, caratterizza il genere letterario dell'invettiva politica. Né diamo retta alle vecchie zie che raccomandano di «non odiare». Dall'antica Grecia a oggi, la politica e l'odio sono sempre fortemente intrecciati, anche perché la prima è la guerra (civile) condotta con altri mezzi, e quindi meglio insultarsi, se proprio si deve, che ricorrere alle armi. Nonostante questo, il «bastardi» rivolto dall'editorialista e saggista Roberto Saviano all'indirizzo di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni, ci è apparsa povera cosa, tanto sul piano politico quanto su quello letterario, benché Meloni abbia ragione a minacciare querela. L'invettiva ha forza se sei un grande scrittore, mentre Saviano è soprattutto un saggista (risparmiamo qualsiasi accostamento ai nomi citati all'inizio). Se sei uno scrittore non ricorri ai vocaboli più banali: sfoderi i dizionari dei secoli precedenti, magari anche quelli del vernacolo e dei dialetti, cosi ricchi di insulti. Oppure vai semplicemente sulla Treccani e vedi che la parola «bastardo» reca svariati sinonimi: spregevole, corrotto, guasto, degenerato, degenere, birbante, birbone, briccone, canaglia, carogna, gaglioffo, paltroniere, ribaldo. La lingua italiana è ricca, per chi sa padroneggiarla. Anche sul piano politico, la parola è mal scelta, per un campione dell'antirazzismo: essa viene dal francese antico bastard, e indica il prodotto dell'incrocio tra due razze di animali diversi. Ma come? Saviano non dovrebbe essere a favore degli incontri tra razze e culture, e quindi giudicare bastardo (o il sinonimo meticcio) un complimento, anziché un insulto? Insomma, il saggista Saviano controlla poco la lingua italiana ma anche la semantica politica - altrimenti saprebbe che quel termine era molto in uso nel lessico nazional socialista. Quanto alla coerenza, Saviano neanche sa dove essa si trovi: sostiene infatti un governo retto dai 5 stelle, di quel Di Maio che, come Salvini e Meloni, definiva le ong «taxi del mare», motivo che ha portato all'insulto. Ma evidentemente il matrimonio con la sinistra ha salvato il ministro degli Esteri dalla bastarditudine. E lasciamo da un canto che, a parti inverse, chi avesse insultato una qualsiasi donna della sinistra, come ha fatto Saviano con Meloni, sarebbe stato subito crocifisso per sessismo o che i «bastardi» rappresentano quasi il 40% degli italiani.

Anche per insultare insomma occorre studiare e Saviano è troppo preso a scrivere sui giornali per avere tempo di leggere.

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