Dopotutto Miss Italia ha fatto il proprio dovere di concorso in bilico. Ha vinto una bellezza più sexy che «da porta accanto», ossia Carolina Stramare, vent'anni, occhi verde chiaro e capelli scurissimi, quasi uno e ottanta, già Miss Lombardia, subito eliminata ma poi ripescata dalla giuria e infine commossa nel dedicare la corona alla mamma da poco scomparsa. Il conduttore è stato il «bravo presentatore» perfetto per la prima serata del sabato di Raiuno, insomma sulla falsariga accademica e talvolta ingessata di Pippo Baudo o Carlo Conti: un Alessandro Greco da valorizzare in modo che torni a essere più a proprio agio. La giuria tecnica era composta solo da donne Rai: Caterina Balivo, Eleonora Daniele, Lorena Bianchetti con Elisa Isoardi sostituita all'ultimo (e inspiegabilmente) da Giulia Salemi. Madrina una che a Miss Italia c'era già quando la invidiavano le nonne delle attuali concorrenti, ossia Luigia Lollobrigida detta Gina, anni 92, seconda classificata nel 1947, quando il capo del governo era De Gasperi, la Rai trasmetteva solo in radio, Coppi bisticciava con Bartali e già nessuno rispettava la Costituzione ma solo perché non era manco entrata in vigore.
È stata lei, meravigliosamente lucida nonostante l'ora (quasi le due di notte) a incoronare sia la vincitrice che il perdente, ossia la regia che, dopo una caporetto di campi lunghi e scarsa sintonia con il racconto sul palco, forse per riconoscenza ha pure sbagliato l'inquadratura decisiva (volto della Miss «impallato» dalla Lollo). Insomma, l'ottantesima edizione si è chiusa con un onorevole 19,6 per cento di share (negli anni di La7 oscillava tra il 5 e il 7 per cento circa) e uno spettacolo troppo lungo, ma sostanzialmente perfetto, per il pubblico di Raiuno che è tradizionalista con tendenza vintage.
Come da copione anche le scaramucce verbali (Balivo e Bianchetti), gli imbarazzi (domanda di una miss a Milly Carlucci: «Suo marito l'ha mai tradita?». Risposta: «Lo uccido»: il tono era affettuoso, ma i social non hanno gradito) e anche le polemiche guidate da Laura Boldrini che ha twittato: «La Rai vuole fare concorsi per le ragazze? Faccia quelli per regolarizzare il personale precario che lavora in azienda» (in realtà la Rai paga solo il conduttore, il regista e un autore). In ogni caso, dopo ottanta edizioni, il concorso rischia sul serio la pensione, quantomeno tv (peraltro quasi certa fino a inizio estate).
Con l'invasione di social come Instagram o di applicazioni come FaceUp, drasticamente imperniate sulla santificazione dell'immagine purchessia, anche posticcia, anche pacchianamente ritoccata, consegnare un premio alla più bella di Italia, con le stesse modalità di quando la tv
era in bianco e nero, è più un rituale nostalgico che uno show moderno. A meno che non si aumenti l'interazione con i social network che praticamente ogni giorno «giocano» a Miss Italia e quindi potrebbero dare nuova linfa.
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