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Quel missile "fatto esplodere" dà maggior potere ai militari

Trump si fa consigliare, ma non sembra succube

Quel missile "fatto esplodere" dà maggior potere ai militari

Alla vigilia del fatidico centesimo giorno di presidenza, gli analisti si accaniscono sul Trump-pensiero: esiste o il presidente improvvisa? The Donald ha fatto nelle ultime due settimane un uso intenso della forza per bombardare alcune piste aeree siriane, sganciare la superbomba in Afghanistan e inviare una flotta con armamenti modernissimi sotto il naso del dittatore nordcoreano. I militari si sentono sulla ribalta e vantano successi: ieri i droni hanno attaccato le forze dell'Isis in Libia e il comando americano vantava subito un successo «decisivo». Di qui la sensazione che Trump sia una marionetta nelle mani dei militari che comandano sulla politica estera. È una sensazione diffusa specialmente dai repubblicani ostili a Trump, come il senatore Marco Rubio, ma non altrettanto tra i democratici che sono gelosi del successo mediatico del presidente. Secondo loro, Trump fa con fracasso quel che faceva in silenzio Barack Obama. Si può dire, per spiegare il comportamento di Trump, che la sua caratteristica più evidente è la spavalderia nel rovesciare posizione.

Poiché la Corea del Nord è il banco di prova della sua politica estera, la Casa Bianca risponde all'accusa di subordinazione ai militari con due argomenti. Il primo sta nel fatto che il vice presidente Mike Pence è comparso ieri sulla linea di confine fra le due Coree, guardando negli occhi i soldati di Kim Jong-un. Pence è figlio di un veterano della Corea e ha somministrato un avvertimento: «Non sfidate il presidente o ve ne pentirete». Il secondo argomento è diplomatico e sta nel rilancio del ruolo della Cina che non è più il nemico ma un alleato: «Ho fiducia che la Cina sappia trattare la questione in modo appropriato, ha ripetuto ieri Trump. Se poi non ci riuscisse, allora la risolveremo noi con i nostri alleati». H.R. McMaster, consigliere per la sicurezza nazionale, ha detto a Pasqua che il comportamento della Corea «è destabilizzante e non può continuare» rimettendo ancora una volta in gioco la forza. Obama, un intellettuale di sinistra, considerava volgare schierare la flotta o far sapere che sganciava la «madre di tutte le bombe» (l'aveva fatto, ma senza chiasso). Trump, dopo aver cercato di tagliare i fondi alla sanità per potenziare il sistema militare, ne fa un uso spavaldo.

Il sistema militare-industriale, saldato con le agenzie di spionaggio di nuovo al comando dopo una breve quarantena, risponde con entusiasmo proponendo soluzioni ai problemi politici. Quanto alla domanda se siano i militari a dettare la linea al presidente, la risposta non può essere netta: i militari hanno chiesto per anni a Obama le attrezzature per agire in tutti gli scacchieri, ma Barack non voleva spendere un dollaro in più. Ed è proprio ciò su cui ha puntato Trump promettendo un'America great again.

Intanto, i militari fanno sapere che sono stati loro, con sofisticate armi cibernetiche a far esplodere il missile coreano e si accreditano ancora più potere.

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