Il via libera al Recovery Plan è già nero su bianco, ancora prima che il Consiglio dei ministri si riunisca. Lo scoop non arriva da bravi cronisti parlamentari, abili nel raccogliere le intenzioni dei partiti, o da dichiarazioni ufficiali dei leader politici. Ad annunciare la notizia in esclusiva mondiale è lo stesso documento del Recovery Plan, al cui interno è contenuta una previsione degna del miglior Paolo Fox: "Il Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2021 - si legge a pagina 11 - ha approvato la proposta di PNRR che costituisce la base di discussione per il confronto con il Parlamento, le Istituzioni regionali e locali, le forze economiche e sociali, il Terzo Settore e le reti di cittadinanza, ai fini dell’adozione definitiva del Piano". La bozza è di ieri, ma il Cdm è previsto solo per stasera alle 21.30. Tutto insomma era già scritto 24 ore prima che il Consiglio venisse aperto.
A dire il vero ieri il testo era dato ancora in bilico. Per tutto il giorno Renzi, Bellanova e soci hanno lamentato il ritardo dell'esecutivo nel fornire ai partiti il testo da studiare prima dello scontro finale. "Tirino fuori questo benedetto documento perché finora sono solo chiacchiere. Quando arriverà lo valuteremo, se non siamo d'accordo diciamo 'amici come prima, noi le nostre poltrone ve le ridiamo'", diceva inviperito ieri l'ex premier. Il file è arrivato in serata e i diretti interessati hanno avuto circa 24 ore per leggerlo da capo a piedi. Renzi ha aperto uno spiraglio ("nella sostanza approviamo questo benedetto Recovery Plan"), ma Andrea Orlando non dà ancora "l'accordo per fatto". I ben informati sostengono che, dopo le pressioni di Mattarella, Renzi si sia convinto a scindere la battaglia sul piano da quella per il rimpasto: l'ex premier potrebbe dare l'ok al Recovery (o astenersi) e poi ritirare i ministri. Per domani Iv ha già indetto una conferenza stampa: da lì potrebbe aprirsi la crisi al buio.
Ma se ieri le tensioni sul Piano sembravano ancora intense, com'è possibile che nel testo l'approvazione sia data già per acquisita? Le opzioni sono due: o i borbottii dell'ex sindaco di Firenze erano solo una scenetta politica (possibile); oppure, ed è la cosa più probabile, si tratta di un modus operandi standard per questo tipo di atti. Nel caso in cui il tavolo saltasse, la bozza verrebbe solo cestinata. Se venisse approvata, invece, sarebbe già pronta. Certo è che gli scaramantici toccano ferro, fanno corna e altri gesti apotropaici: quando c'è di mezzo quel vecchio volpone di Renzi, mai dire "gatto" finché non ce l'hai nel sacco. Non è che porterà sfiga?
Il Piano di Ripresa e Resilienza, così si chiama, vanta un bazooka di 222 miliardi cui vanno aggiunti altri fondi della programmazione di bilancio 2021-26. In totale fanno 310 miliardi di euro, mica bruscolini. Alla Salute vanno 20 miliardi, all'inclusione 21, all'istruzione e alla ricerca 27. E poi infrastrutture (32 miliardi), rivoluzione verde e transizione ecologica (68 miliardi), digitalizzazione, innovazione e cultura (46 miliardi).
Quel che accadrà in Cdm è tutto da vedere. Gli attori in campo continuano a lanciarsi bordate. La capogruppo M5S in commissione Sanità, per dire, oggi ha tenuto a precisare che "quando Renzi era al governo" al settore Salute tagliò "quasi 17 miliardi" di euro. Non proprio un modo per stemperare le tensioni. Il Pd dal canto suo mira ad arrivare all'accordo stasera per poi giocare la partita del rimpasto a bocce ferme. "La via maestra per servire l'Italia - si legge in una nota - è approvare la bozza del Recovery Plan modificata con il contributo delle forze politiche" e rimandare a domani "i problemi aperti" in seno al governo.
Funzionerà? "Io vado in Consiglio dei ministri a fare il mio dovere istituzionale e mettere al riparo, da convinta europeista, le risorse europee", assicura Bellanova. Vedremo se tutto andrà come previsto nella bozza del Recovery.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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