"Le misure di prevenzione antimafia vanno corrette"

Giammanco: "Assurdo che si distruggano imprenditori innocenti dopo anni di sequestro"

"Le misure di prevenzione antimafia vanno corrette"

«Non è possibile continuare a tenere slegato il procedimento di prevenzione da quello penale, se un imprenditore viene assolto è inaccettabile che poi si trovi costretto a raccogliere le macerie della sua azienda distrutta dopo anni e anni di sequestro» così Gabriella Giammanco, vicepresidente di Forza Italia in Senato, durante la presentazione del disegno di legge «Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, in materia di misure di prevenzione patrimoniale» in corso in Senato.

«La mia proposta va a modificare il Codice antimafia nella parte che riguarda le misure di prevenzione. L'amministratore giudiziario deve affiancare e non sostituire l'imprenditore, serve poi una forma di risarcimento del danno per quegli imprenditori innocenti che si sono visti distruggere le proprie imprese e infine, occorre rafforzare la responsabilità civile degli amministratori giudiziari», prosegue la senatrice azzurra.

«Al procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho, che commentava la proposta ammettendo l'esistenza di zone grigie ma sostenendo che andrebbe a indebolire il sistema rispondo che da palermitana conosco bene le gravi conseguenze che la Mafia ha avuto sul nostro territorio, ma sono necessari dei correttivi perché questo sistema ha creato anche dei paradossi che hanno distrutto la vita di tanti innocenti. Queste misure si basano sulla presunzione di colpevolezza, non di innocenza».

«Questo è il contesto storico giusto per agire e cambiare il nostro sistema giudiziario: dal caso Palamara, all'omicidio-suicidio di David Rossi, la vicenda dei telefonini scomparsi nel caso Amara, le nomine della Cassazione annullate dal Consiglio di Stato, la Magistratura sta vivendo una crisi che è sotto gli occhi di tutti.

E allora mai come oggi, lasciatemele dire, il presidente della Repubblica dovrebbe essere una personalità garantista e garante della Carta, che consenta e agevoli la correzione di tutte quelle storture del sistema» conclude la Giammanco.

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