Guerra in Ucraina

"Mobilitazione terminata". Manca ancora la firma di Putin

Ieri 620. L'altro ieri 950. Rimane altissimo il numero dei soldati russi che l'esercito ucraino rivendica di aver ucciso negli ultimi giorni

"Mobilitazione terminata". Manca ancora la firma di Putin

Ieri 620. L'altro ieri 950. Rimane altissimo il numero dei soldati russi che l'esercito ucraino rivendica di aver ucciso negli ultimi giorni. In otto mesi di guerra non erano mai stati così tanti. Va detto che la fonte è ovviamente di parte ma i numeri sono confermati, in toto o quasi, anche da ricercatori indipendenti e sono comunque molto significativi. E raccontano di un conflitto incerto nonostante i raid russi stiano colpendo duro. Dati pesanti, che cozzano con le comunicazioni ufficiali che arrivano da Mosca e che tingono di giallo la mobilitazione parziale ordinata nelle scorse settimane dal Cremlino. Pochi giorni fa il ministro della Difesa Sergej Shoigu ha dichiarato ufficialmente concluse le operazioni di reclutamento, con trecentomila russi pronti a partire di cui ottantaduemila già arrivati al fronte. E ieri, nel confermare la fine del reclutamento, ha aggiunto che «in futuro, il lavoro dei commissariati militari per il reclutamento delle forze armate della Federazione Russa sarà organizzato solo accettando volontari e candidati al servizio militare in base al contratto». Ma il sito indipendente Meduza ha rilevato che non è stato emesso nessun decreto per certificare la cessazione della mobilitazione. «Ufficialmente non può cessare senza un decreto del presidente a tal fine. Non vi sono al momento informazioni che un documento di questo genere sia stato stilato o firmato dal presidente Putin», spiega il sito che conferma, nel migliore dei casi, un caos a livello comunicativo.

Se questo non bastasse, i soldati mobilitati sarebbero stati spediti in guerra senza addestramento e senza esperienza. Al punto che secondo l'intelligence britannica, la maggior parte delle persone inviate a combattere «sono scarsamente equipaggiati». Non solo. Secondo Londra «a settembre, gli ufficiali russi erano preoccupati per l'arrivo in Ucraina di alcuni riservisti mobilitati senza armi. Le immagini open source indicano che i fucili in dotazione sono in genere fucili d'assalto Akm, un'arma introdotta per la prima volta nel 1959. Molti di essi sono probabilmente quasi inutilizzabili a causa della scarsa manutenzione. L'Akm spara cartucce da 7,62 mm, mentre le normali unità da combattimento russe sono armate principalmente con fucili d'assalto AK-74M o AK-12 da 5,45 mm».

Non esattamente notizie incoraggianti per il Cremlino per cui poco o nulla sta andando come avevano sperato e programmato.

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