Paolo Stefanato
Della vita di Umberto Marzotto, morto ieri all'età di 92 anni e dopo una lunga malattia, non si conoscono particolari eventi che lo abbiano fatto brillare di luce propria. Divenne famoso, in sequenza, per il nome del padre Gaetano, una delle figure di maggior spicco della storia dell'industria italiana; per il nome della moglie, Marta, che mantenendo anche dopo la fine del matrimonio il cognome acquisito, portò charme e gossip a quello che fino a quel momento era soprattutto un marchio; e per il nome, infine, del figlio, Matteo, manager e personaggio lui stesso, uomo di capacità e di relazioni. Le ricerche, con un fio di ingratitudine, dicono soprattutto: marito di Marta Marzotto.
Di Umerto Marzotto annacquato, se così si può dire, in un gruppo di otto fratelli si sa poco. Si sa che fu impegnato in attività di famiglia, una holding ante litteram attiva nell'industria tessile, in quella vetraria, in quella alberghiera. Era fratello, tra gli altri di quel Pietro («conte», come tutti loro), che invece aveva rivestito un ruolo di primo piano nel gruppo, ricoprendo anche cariche associative che, specie negli anni Settanta e Ottanta, lo aveva reso noto anche al grande pubblico. Pietro è morto ad aprile. Di Umberto esistono alcune foto in bianco e nero smoking, baffetti, foulard, capelli brizzolati, un sorriso compiaciuto che lo associano più al bel mondo che agli stabilimenti, più ai paradisi di un patrimonio sterminato, che al tran tran di un affaccendato capo azienda. La camera ardente allestita il 2 gennaio negli stabilimenti di Portogruaro, i funerali il giorno dopo nel duomo di San Clemente proprio a Valdagno, la località veneta dove la grande avventura dei Marzotto ebbe inizio agli albori del secolo scorso.
Con Marta Vacondio, bella emiliana di professione modella, il matrimonio durò dal 1954 al 1986; una volta sposata ella diventò stilista, quasi si trattasse di un upgrade professionale. All'incontro, Marta aveva 23 anni, Umberto cinque anni e molti zero in banca di più. Il matrimonio fu lungo e, a giudicare dal numero dei figli, cinque, anche felice. Successivamente la bella Marta scomparsa nel 2016 -, rimasta bella fino all'ultimo, si legò senza segreti al pittore Renato Guttuso, che se ne servì anche come modella, riportandola a fasti originari.
Piccolo paradosso: il nome Marzotto continuò a rimanerle legato anche nel periodo delle pitture a olio, lei sempre più sfavillante nei più blasonati salotti italiani, lui, l'ex marito, in progressivo declino, lasciato il lavoro e ripiegato in quella Lugano che per molti è un'Anni azzurri di lusso. Ora il funerale nei luoghi dell'infanzia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.