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Molotov al consolato Usa. Un arresto per terrorismo

L'attentatore è un 22enne di origini giordane. Dopo l'attacco ha pubblicato un video: "Non siamo Hamas, siamo con Hamas"

Molotov al consolato Usa. Un arresto per terrorismo

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Ha un nome e un volto, il presunto autore del lancio di due molotov contro la sede del Consolato Usa a Firenze: si tratta di un ragazzo di 22 anni, nato in Italia da genitori giordani, che è stato fermato ieri dai carabinieri su ordine della Dda con l'accusa di aver lanciato le bottiglie molotov e di aver poi girato e diffuso il video di rivendicazione.

Per il giovane un ex studente universitario residente nel Comune di Dicomano, tra Firenze e il Mugello sono scattate le accuse di atto di terrorismo con ordigni esplosivi e per possesso di arma da guerra. Secondo le prime informazioni l'uomo lavora nella ditta del padre e non sarebbe legato direttamente alla rete organizzata di fiancheggiatori di Hamas. Si tratterebbe invece di un lupo solitario, che si sarebbe attivato autonomamente in risposta alla recrudescenza della situazione a Gaza. A incastrare il 22enne è stata la decisione di inviare il video di rivendicazione dal proprio cellulare, con la sola precauzione di aver creato un account fasullo. La polizia postale sta continuando le indagini: durante una perquisizione in casa del giovane, eseguita dalla Digos su ordine dei pm Luca Tescaroli e Lorenzo Gestri, che indagano insieme ai carabinieri, gli sono stati sequestrati lo smartphone, il computer e alcuni indumenti, forse anche gli stessi usati per l'attacco.

Il punto di partenza delle indagini è quanto avvenuto nella notte di mercoledì, alle 3.30, quando le telecamere di sorveglianza hanno ripreso un uomo col volto travisato mentre scagliava le due bottiglie molotov contro l'edificio che ospita il Consolato. A 24 ore di distanza le redazioni di Rai, Report e FirenzeToday hanno ricevuto un filmato di rivendicazione e di minacce, poi postato anche su Telegram. Un video di nemmeno due minuti, ma con un incipit giudicato piuttosto preoccupante: le immagini del Consolato girate di notte, e con una voce fuori campo in arabo che parlava di «avvertimento» annunciando un'escalation di azioni.

In alto la dicitura «Tutto il mondo è Hamas», con il logo di un combattente che imbraccia un fucile. «Non siamo Hamas, siamo con Hamas», il senso della premessa. Il contenuto del video cita: «Si è conclusa con successo la prima operazione di avvertimento che dà il via al resto delle operazioni. Da questo momento in avanti, per ognuna delle prossime 49 operazioni, pubblicheremo un video dettagliato a riguardo, solamente dopo l'avvenimento, indicando il motivo dell'operazione qualora l'obiettivo sionista non sia americano o israeliano». Infine una postilla, in cui l'autore spiegava che «nessuna delle 49 operazioni intitolate morte ai sionisti prevede morti o feriti come obiettivo originario. Perciò, qualora ci fossero, non sarà stata una nostra scelta». Da qui il fermo del giovane, ora rinchiuso nel carcere di Sollicciano: secondo la Procura «è stato ritenuto sussistente il concreto pericolo di fuga» per la possibilità di procurarsi collegamenti con l'estero e luoghi di riparo.

Per gli investigatori l'azione sembra essere stata commessa «per finalità di terrorismo», con l'aggravante di aver commesso l'azione di notte in un'area ad alta densità abitativa. Gli inquirenti ipotizzano che il presunto attentatore abbia agito da solo, ma le indagini proseguono per accertare la presenza di complici, ad esempio, nel confezionamento del video. Nei prossimi giorni si terrà l'udienza di convalida. «Ringraziamo le autorità italiane per la professionalità e la rapidità con cui hanno risposto e per la collaborazione con gli Stati Uniti», è stato il primo commento dell'ambasciata Usa.

Chiara Bandini, legale dell'arrestato, ha invece confermato che il 22enne «non ha voluto rilasciare dichiarazioni e si è avvalso della facoltà di non rispondere».

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