
"Questa è l'ultima occasione per i residenti di lasciare Gaza City". L'ultimatum è arrivato ieri dal ministro della Difesa israeliano Israel Katz. Che ha poi spiegato: "L'esercito sta completando in queste ore la presa del corridoio di Netzarim e l'accerchiamento intorno al centro urbano". In quelli che potrebbero essere gli ultimi giorni di guerra, se Hamas accetterà il piano Trump, i combattimenti non si fermano nella Striscia martoriata, anzi si intensificano. L'Idf ha anche avvisato la popolazione che la strada costiera Rashid sarà chiusa in direzione Nord verso la città. Mentre gli spostamenti verso Sud saranno consentiti e continueranno senza l'ispezione dell'esercito. Secondo le stime israeliane, oltre 800mila persone hanno già lasciato Gaza City dopo i numerosi avvisi di evacuazione. Intanto la Croce Rossa ha fatto sapere che sospende temporaneamente le sue attività.
Hamas proprio in queste ore sta esaminando il piano di Donald Trump per Gaza, e secondo l'Egitto, uno dei Paesi islamici che spinge per l'accettazione della proposta sostenuta da Israele per porre fine alla devastante guerra, il "sì ma" sarebbe vicino: "Hamas sta studiando seriamente il piano del presidente Trump per Gaza, prevedendo che il movimento lo accetterà con alcune riserve", dice in serata Diaa Rashwan, capo del Servizio di informazione statale egiziano, a Sky News Arabia. Per tutta la giornata le pressioni su Hamas sono state forti. Il movimento islamista ha chiesto ai mediatori di apportare alcune modifiche al disegno del presidente Trump. A riferirlo è il canale saudita Al-Sharq. Le richieste riguardano le clausole relative al disarmo, l'esilio della leadership, e la necessità di ottenere garanzie per un ritiro completo dell'Idf. Hamas afferma inoltre che il rilascio di tutti i 48 ostaggi entro 72 ore, come previsto dalla proposta, sarebbe difficile perché ha perso i contatti nelle ultime settimane con altri gruppi militanti che ne detengono diversi. Mas le perplessità restano. "Accettare il piano è un disastro, rifiutarlo è un altro; qui ci sono solo scelte amare", ha precisato un funzionario a conoscenza delle deliberazioni di Hamas con altre fazioni, che ha confermato che "Hamas è desideroso di porre fine alla guerra e al genocidio".
I funzionari di Hamas, che hanno incontrato i mediatori a Doha martedì, hanno sostenuto che il piano di Trump lascia i palestinesi senza un percorso credibile verso la creazione di uno Stato e include diverse scappatoie che consentirebbero a Israele di riprendere la guerra. I rappresentanti di Qatar, Egitto e Turchia hanno detto ad Hamas che se rifiuta l'accordo, non riceverà più supporto diplomatico da loro. I mediatori affermano poi che Ezzedin al-Haddad, che ha assunto la carica di capo di Gaza dopo l'uccisione dei fratelli Sinwar, Yahya e Mohammed, da parte di Israele, è più propenso a un'intesa. Tuttavia, le divisioni all'interno della leadership di Hamas sia a Gaza sia a Doha potrebbero comprometterne l'attuazione, anche se venisse raggiunta.
Il principale ostacolo sarebbe convincere Hamas a disarmarsi e accettare un governo da parte di un'amministrazione supervisionata da Trump. È probabile che il gruppo cerchi di guadagnare tempo nella speranza che Netanyahu attenui alcune delle sue richieste.