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"Mondo in fiamme, fermare l'incendio"

Meloni in Libano visita il contingente italiano: "La pace non si costruisce dal divano di casa"

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Giorgia Meloni è atterrata a Beirut nel tardo pomeriggio di mercoledì, nelle ore in cui la crisi mediorientale tra Israele e Gaza sembra aprire un altro fronte caldo che coinvolge proprio il confine nord con il Libano, dove lo scontro a fuoco tra Hezbollah, le milizie siriane filo Iran e l'esercito israeliano sta lasciando sul terreno decine di morti.

La premier è stata ricevuta in aeroporto dal primo ministro Najib Miqati. Con tanto di gaffe, visto che il numero uno del governo libanese ha scambiato Patrizia Scurti, capo della segreteria di Palazzo Chigi e storico braccio destro della leader di Fdi, con Meloni. I due hanno poi avuto un lungo bilaterale e una cena, occasioni in cui la presidente del Consiglio ha ribadito l'impegno della diplomazia italiana per evitare un nuovo conflitto tra Israele e Libano.

Ieri mattina, invece, Meloni è andata in visita alla base Millevoi di Shama, a pochi chilometri dal confine, per incontrare il contingente militare italiano inquadrato nella missione di interposizione delle Nazioni Unite nel Libano meridionale (Unifil). Nel suo intervento davanti ai soldati italiani che prestano servizio in Libano (alcuni in presenza, altri collegati), la premier li ha ringraziati per il loro «sacrificio» che ha l'obiettivo di «costruire quella pace di cui in tanti si riempiono la bocca dal divano». Il Libano riveste un ruolo fondamentale nel Medio Oriente e nel mantenimento degli equilibri in questa regione, ha aggiunto Meloni, sottolineando che è «una nazione alla quale l'Italia è legata da una grande storia di amicizia».

La premier - che anche al termine dell'ultimo Consiglio Ue a Bruxelles ha evitato di alimentare allarmismi sull'eventuale rischio di un allargamento dei due conflitti che preoccupano il mondo - è consapevole che «in Medio Oriente e in Europa sono giorni difficili». Perché, spiega, «molte aree del pianeta di colpo si sono incendiate» e «quando c'è un incendio il rischio è che le fiamme volino da un albero all'altro e che non si riesca a domarlo». Insomma, «bisogna fare tutto il possibile per evitare quel rischio». E «voi siete la barriera di sabbia che aiuta a non far progredire l'incendio».

Ricordando il lavoro dei militari della missione Unifil e della missione bilaterale Mibil, Meloni dice che la pace «è deterrenza» e «impegno». E «non può esserci pace senza il rispetto». La premier invia anche un «messaggio chiaro sulla necessità di evitare ogni rischio di escalation lungo il confine con Israele», proprio nelle ore in cui va crescendo la tensione tra Tel Aviv e Beirut.

Tutti temi affrontati nel bilaterale con il premier libanese pro-tempore Miqati. Un incontro che è stato l'occasione per ribadire la volontà dell'Italia di continuare a contribuire alla sicurezza e alla stabilità del Libano, «in particolare in questo momento storico». Ma durante il quale c'è stato un approfondito scambio di vedute sulla situazione internazionale, con particolare riferimento agli ultimi sviluppi in Medio Oriente e alla situazione al confine sud del Libano. Meloni, riferiscono fonti di Palazzo Chigi, «ha rinnovato l'impegno dell'Italia nei settori della cooperazione allo sviluppo», nei quali «l'Italia si conferma anche quest'anno tra i primi donatori a livello globale», e della «sicurezza», dove «l'Italia è presente in Unifil e con la missione militare bilaterale Mibil». Il dialogo si è concertato anche sul rafforzamento delle politiche migratorie nel Mediterraneo, con l'obiettivo di coordinare l'azione contro le migrazioni irregolari e il traffico di persone.

E c'è stato anche uno scambio approfondito di vedute per esplorare soluzioni politiche all'emergenza rifugiati che continua ad affliggere il Libano.

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