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Il mondo a senso unico con il paraocchi

Se il comandante dei vigili di Venezia si becca per cinque volte una palpata gay a una festa chic tutti sorridono oppure lo prendono in giro o addirittura gli danno del bugiardo e lui alla fine cancella il post di contenuto sdegno

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Se il comandante dei vigili di Venezia si becca per cinque volte una palpata gay a una festa chic tutti sorridono oppure lo prendono in giro o addirittura gli danno del bugiardo e lui alla fine cancella il post di contenuto sdegno. Marco Agostini ha pure ammesso che forse è stata la divisa di gala ad attirare il palpatore ignoto, come se a certe feste sarebbe meglio andare vestiti in tenuta arcobaleno.

Il cortocircuito è che se fosse capitato ad una «vigilessa» comandante ad una festa di uomini macho sarebbe scoppiato il finimondo. Giornaloni e tv avrebbero chiesto un'indagine approfondita e punizione esemplare del reprobo. Due pesi e due misure, come se la palpata gay a un uomo fosse uno scherzo da buontemponi rispetto allo stesso gesto di molestia nei confronti di una donna.

Un altro caso di follia a senso unico di questi giorni è l'incredibile violenza, per ora verbale, di non pochi animalisti estremi. In un piccolo paese dell'Abruzzo un uomo uccide un'orsa che era entrata nel cortile di casa e si scatena l'ira di Dio, neanche fosse un criminale di guerra che ammazza i bambini. Per giudicarlo esiste già un articolo del codice penale che punisce «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale». I talebani delle bestie, però, l'hanno già condannato alla gogna con ripetute minacce di morte. A. L. è finito sotto scorta.

Per l'orsa è sceso in campo pure Roberto Saviano con un ardito collegamento alla battaglia della destra sulla legittima difesa. Il piccolo paese trema al pensiero della manifestazione indetta per domenica dagli animalisti.

Peccato che nessuno abbia convocato un corteo di protesta, altrettanto sdegnato, per la morte di un essere umano, la povera tabaccaia Francesca Marasco, 72 anni, accoltellata a Foggia da un marocchino, con precedenti per rapina, che avrebbe dovuto essere espulso da tempo. Dopo l'omicidio si sono riunite in maniera spontanea una cinquantina di persone.

Poca roba rispetto alla mobilitazione per l'orsa e la capretta finita a calci da un gruppo di giovani idioti. Oltre a rispondere dell'inutile crudeltà dovrebbero venire puniti spalando il letame delle capre per un po' di tempo. A Enrico Rizzi, che ha scatenato gogna e guerriglia animalista, non basta: «Chi ha ucciso la capretta è peggio di Totò Riina. Se un domani dovessi trovare in strada uno di questi assassini che ha bisogno di aiuto, per me può morir». Nessuno si indigna più di tanto chiedendo un Tso (Trattamento sanitario obbligatorio), come se molto o tutto sia permesso agli animalisti e ai loro cugini talebani dell'ambiente.

Altro mondo a senso unico è quello delle femministe, che pure con qualche ragione, contestano le star del cinema internazionale a Venezia accusate di reati sessuali, non sempre provati, come Woody Allen. Non si scagliano però con lo stessa veemenza contro l'imam inglese e suoi seguaci a casa nostra, che spiegava su You Tube come si lapida una donna «in maniera religiosamente corretta».

Più che il mondo al contrario sembra a senso unico, ma quello sbagliato o con i paraocchi.

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