Cronache

Dalla Mongolia torna l'incubo della peste bubbonica

Due casi nel Paese, uno nell'omonima regione cinese, tutti legati al consumo di marmotte

Dalla Mongolia torna l'incubo della peste bubbonica

Visto che il Covid-19 è stata definita la nuova peste, i cinesi hanno deciso di compere un'operazione-nostalgia e di riproporre anche la peste vecchia, quella bubbonica. Le autorità sanitarie della Mongolia interna, una regione della Cina settentrionale, hanno confermato un caso di peste bubbonica. Si tratterebbe di un pastore di Bayannur che è stato posto in quarantena ed è in condizioni stabili. Le autorità locali hanno emesso un avvertimento di livello tre per la prevenzione e il controllo della peste che durerà fino alla fine del 2020. Il tipo di peste individuato nel pastore è trasmesso dalle pulci che vivono nelle pellicce di roditori selvatici come la marmotte, che sono spesso mangiati dagli abitanti locali. Quindi un altro punto di contatto con il coronavirus, che sarebbe stato trasmesso all'uomo dai pipistrelli venduti per uso alimentare nel mercato di Wuhan. La commissione municipali di Bayannur ha esortato la popolazione a non cacciare e mangiare animali «a rischio», a comunicare la scoperta di animali malati o morti, a segnalare casi sospetti di malattia sull'uomo e a evitare qualsiasi contatto tra i sospetti e altre persone. L'infezione batterica se non trattata in tempo può uccidere un uomo in meno di ventiquattr'ore.

Pochi giorni fa la Mongolia (intesa come Stato) ha messo in quarantena un intero territorio ai confini con la Russia dopo aver identificato due casi sospetti di peste nera legati anch'essi al consumo di carne di marmotta. Si tratta del ventisettenne Pansoch Buyainbat e del fratello di 17 anni, della regione di Khovd (parola sorprendentemente simile al Covid), in cura in ospedali separati. Il fratello maggiore sarebbe in condizioni critiche. Il capoluogo della provincia è stato messo in quarantena assieme a un distretto della regione. Nessun veicolo può entrare nell'area. Il Centro nazionale per le malattie zoonotiche della Mongolia ha dichiarato di aver analizzato campioni prelevati da 146 persone che avevano contatti con le due persone infette e identificato 504 individui di secondo contatto.

La peste bubbonica non è una novità in queste terre remote ma si danno molti casi anche nelle praterie americane. Tra il 1° agosto e il 17 novembre del 2017 sono stati registrati 2.267 contagi e 195 vittime. Nel 2019 sono stati riportati diversi episodi isolati in Cina e negli Stati Uniti, probabilmente a seguito di pasti a base di marmotte e cani della prateria. Nel solo mese di novembre dello scorso anno, nella Mongolia Interna sono stati rintracciati ben due casi di peste polmonare e un caso di peste bubbonica, quest'ultimo probabilmente dovuto all'ingerimento di carne cruda di coniglio selvatica infetta. Il veicolo della malattia sono marmotte, cani della prateria e altri roditori cacciati per essere mangiati e che ospitano nei loro mantelli le pulci che sono portatrici dello Yersina Pestis, il batterio responsabile della malattia, che secondo gli esperti sarebbe il discendente diretto di quello che nel XIV secolo uccise 50 milioni di persone.

E intanto in Asia il Covid continua a fare strage. Con 697.358 casi confermati, l'India ha superato la Russia ed ora è il terzo Paese nella triste classifica del contagio dopo gli Stati Uniti e il Brasile. Il governo di New Delhi ha reso noto che ci sono stati 24 mila casi solo nelle ultime 24 ore. Pochi però finora i morti nel subcontinente, 19.963. Preoccupazione anche in Pakistan, con oltre 231mila casi e un componente del governo positivo: si tratta per beffa del destino di Zafar Mirza, assistente speciale per la Salute del premier pakistano Imran Khan. E a Wuhan, la città cinese da cui tutto è partito, ora c'è il flagello delle piogge torrenziali che da diversi giorni costringono milioni di persone a stare a casa su suggerimento delle autorità.

Un altro lockdown, stavolta con l'ombrello.

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