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Da Montanari a De Luca, la rete dei cattivi maestri che coccola gli ecovandali

L'ex di Lotta Continua: "Indagate anche me". Il critico d'arte: "Fanno bene a imbrattare"

Da Montanari a De Luca, la rete dei cattivi maestri che coccola gli ecovandali

Gli imbrattatori di «Ultima generazione» hanno trovato la loro rete di protettori. Mentre proprio ieri in Germania si è registrata la prima condanna al carcere (tre mesi, senza condizionale) per tre eco-attivisti colpevoli di aver bloccato un'autostrada, in Italia sono già scesi in campo i «cattivi maestri» a difesa dei fanatici seguaci di Greta Thunberg. In prima linea c'è una vecchia conoscenza, l'ex Lotta Continua Erri De Luca, già fiancheggiatore delle proteste violente dei No Tav («il sabotaggio della linea Tav è legittimo» aveva detto, finendo sotto processo per istigazione a delinquere, poi assolto). Lo scrittore napoletano è favorevole anche a gettare vernice su Palazzo Vecchio a Firenze (danno per 30mila euro) e alle altre azioni vandaliche degli ultras ambientalisti. Sui social si è dichiarato pronto a immolarsi per loro: «12 militanti ecologisti di Ultima Generazione incriminati da Procura di Padova: associazione a delinquere. Per condivisione di ragioni e reati mi propongo come tredicesimo» twitta De Luca. Già qualche settimana fa in una intervista aveva definito i blitz di Ultima generazione come «gesti espliciti e innocui», mente i veri vandali sarebbero quelli «che ostacolano i soccorsi in mare», cioè il governo italiano. A difesa degli imbrattatori scende in campo anche Amnesty International, che parla di «criminalizzazione ingiustificabile». «Dal definire ecoterrorismo le azioni di Ultima Generazione all'incriminazione per reati gravi come l'associazione a delinquere il passo è stato breve - spiega il portavoce della Ong, Riccardo Noury -. Azioni giudiziarie come quelle di Padova e provvedimenti governativi come il disegno di legge relativo al danneggiamento di beni culturali e artistici spostano irresponsabilmente l'attenzione dalla necessità di agire contro la crisi climatica a quella, ingiustificata e ingiustificabile, di reprimere drasticamente azioni di protesta pacifiche». Sorprendente, ma neanche troppo, la solidarietà ai verniciatori di statue e dipinti da parte di uno storico dell'arte come Tomaso Montanari, non nuovo a posizioni estreme. «Sono molto favorevole, il pericolo per il patrimonio culturale non è la vernice lavabile, è il cambiamento climatico. Questi ragazzi colpiscono il bersaglio con molta intelligenza» ha spiegato Montanari. «Io approvo in pieno le azioni degli attivisti di Ultima Generazione perché non fanno danni irreversibili al patrimonio artistico. Imbrattano i muri di vernici lavabili, per dire, non c'è niente di irrimediabile. Sennò sarei contrario. Dunque per me possono anche continuare così» ha detto al Mattino di Padova. Va quindi avvisato che la vernice arancione usata su Palazzo Vecchio è molto pericolosa, come ha spiegato la dirigenza del Servizio Belle arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio, l'intervento di ripulitura è stato tempestivo ed efficace, ma abbiamo rischiato grosso e i danni potevano essere gravi», perché la vernice usata dagli imbrattatori è pericolosa per le pietre storiche dell'edificio, che peraltro sono molto porose. Altrettanto gravi sono i danni per il monumento equestre a Vittorio Emanuele II in piazza del Duomo a Milano, il ripristino della colorazione originale potrebbe costare fino a 200mila euro fanno sapere i tecnici del Comune. In attesa della prossimo bersaglio, gli eco-vandali sono tornati a bloccare il traffico a Roma, sdraiati sulle strisce pedonali con gli striscioni «Non paghiamo il fossile», alle 8 del mattino, ora di punta.

Scatenando le ire dei pendolari imbottigliati dai «gretini».

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