È stato «il» segretario generale del Quirinale, il grand commis per eccellenza, uomo potente, suggeritore ed eminenza grigia di due presidenti della Repubblica. Si è spento ieri in una clinica romana Gaetano Gifuni, ex braccio destro di Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi e, in precedenza, segretario generale del Senato. Nato a Lucera, in Puglia, aveva 86 anni ed era stato uno dei più apprezzati e potenti consiglieri giuridici e politici dei nostri Capi dello Stato.
Un uomo silenzioso, sempre lontano dal proscenio al punto da essere soprannominato Prudenziano, grande conoscitore delle leggi e del Parlamento. Era stato anche, per tre mesi, ministro per i Rapporti con il Parlamento in un governo elettorale presieduto da Amintore Fanfani. Ma era stata solo una parentesi nella sua lunga attività di servitore dello Stato. Al Quirinale arrivò come segretario generale a fine maggio del 1992, nominato da Scalfaro. Era la stagione delle stragi di Capaci e di Via D'Amelio, un clima drammatico anche per i sommovimenti politici con l'inizio della delicata transizione dalla Prima alla Seconda Repubblica. Negli uffici del Colle rimase fino al 2006. Come «civil servant» ha svolto quasi 60 anni di servizio, di cui 17 da segretario generale a Palazzo Madama, dal 1975 al 1987. In mezzo anche i tre mesi da ministro per i Rapporti con il Parlamento in un governo Fanfani. Quando lasciò il ruolo gli rimase la funzione inedita di segretario generale onorario.
La notizia è stata anticipata dall'ex presidente della Camera Pierferdinando Casini: «Gifuni ha servito le istituzioni della Repubblica passando attraverso molte fasi della nostra storia. È stato un insigne giurista, un grande funzionario parlamentare e un devoto collaboratore di diversi Presidenti della Repubblica. Ho avuto modo di conoscerlo bene, in particolare, durante gli anni della mia presidenza alla Camera. L'Italia perde un uomo di grande valore e le istituzioni dovranno ricordarlo come merita» ha scritto il politico centrista. In una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scrive: «Partecipo al dolore della famiglia per la scomparsa di Gaetano Gifuni che ha servito per molti anni lo Stato con grande dedizione e profonda competenza».
Gaetano Gifuni è padre dell'attore Fabrizio Gifuni (un secondo figlio, Giovanni, è consigliere a Montecitorio). Una carriera mai ostacolata dall'illustre genitore. «Mentre frequentavo Giurisprudenza, senza dire niente in famiglia ho fatto l'esame all'Accademia d'arte drammatica e sono stato ammesso» raccontò in una intervista. «Da parte dei miei non ho visto lo sconcerto che mi aspettavo. Sia mio padre che mia madre hanno avuto una reazione attonita ma non contrariata. Era evidente che si preoccupavano e si chiedevano: Ma cosa va a fare? Ma sarà capace?».
Gaetano Gifuni nel 2013 venne condannato per aver utilizzato la manodopera della tenuta
presidenziale di Castelporziano per costruire alcuni mobili di legno destinati alla sua abitazione privata. Due anni dopo la Corte d'Appello lo assolse dall'accusa di peculato mentre per l'abuso d'ufficio intervenne la prescrizione.
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