Guerra in Ucraina

Mosca conquista Lyman e blinda Kherson. Severodonetsk in bilico

L'avanzata russa, chiusi gli accessi alla città Ipotesi di ritirata ucraina. Kiev: Donbass nostro

Mosca conquista Lyman e blinda Kherson. Severodonetsk in bilico

Ormai è chiaro: dopo una fase di sbancamento l'esercito russo ha chiarito gli obiettivi, rimesso ordine nella catena di comando, corretto alcuni errori strategici e tattici e ora sta dominando la guerra, soprattutto a Est e a Sud dell'Ucraina.

Negli ultimi giorni i successi dell'armata putiniana si sono succeduti, in particolare nel Donbass, dove ormai la vittoria totale da parte russa sembra vicina. Ieri l'esercito russo ha confermato la conquista della città di Lyman, nell'oblast del Donetsk. «A seguito delle azioni congiunte delle unità della milizia della Repubblica popolare di Donetsk e delle forze armate russe, la città di Lyman è stata completamente liberata dai nazionalisti ucraini», fa sapere con il petto gonfio di orgoglio il ministero della Difesa russo. Si tratta di un successo importante: intanto perché è un nodo ferroviario strategico e un punto di accesso a importanti ponti sul fiume Siverskyy Donetssi. E poi perché secondo l'intelligence britannica potrebbe diventare la base di partenza per la fase successiva dell'offensiva russa nel Donbass. «Nei prossimi giorni è probabile che le unità russe nell'area diano la priorità all'attraversamento forzato del fiume - sottolineano gli 007 di Londra -. Per ora, i russi concentrano probabilmente i loro sforzi 40 km a est, intorno alla zona di Severdonetsk, ma una testa di ponte vicino a Lyman darebbe a Mosca un vantaggio nella potenziale fase successiva dell'offensiva nel Donbass, ovvero l'avanzata verso le città di Sloviansk e Kramatorsk, nella regione di Donetsk».

Severodonetsk quindi è in questo momento il campo principale della guerra di Putin. Secondo il leader della Cecenia, Ramzan Kadyrov, un gruppo di combattenti ceceni avrebbe preso il pieno controllo della linea di contatto con «i nazionalisti ucraini», bloccando le uscite dalla città. «Lamarmaglia dei Banderites (l'antico nome dei nazionalisti ucraini, ndr) è stata completamente bloccata in città, dal momento che tutte le vie di ritirata sono passate sotto il controllo delle truppe russe», assicura Kadyorv. Notizia questa parzialmente smentita dal governatore dell'oblast di Lugansk Sergei Gaidai, secondo cui l'operazione non è ancora completata anche se ammette che le forze armate occupanti controllano già alcune zone della città. Lo stesso Gaidai ipotizza che le forze ucraine che stanno difendendo Severodonetsk «per non farsi circondare, siano obbligate ad andarsene. I bombardamenti continuano con ogni sorta di arma, l'esercito russo sta distruggendo la città. Le truppe di Mosca sono nei sobborghi, non riusciamo a ricacciarle ma hanno comunque parecchi morti».

Che le cose nel Donbass stiano precipitando lo ammette anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che sembra quasi rassegnato a perdere la partita contando di vincere poi il campionato: «La Russia non dovrebbe pensare che terrà sotto il loro controllo le città di Lyman o Sievierodonetsk poiché alla fine torneranno in Ucraina». E comunque, chi propone a Kiev la cessione di territori in cambio di una «illusione di pace» non tiene conto dei milioni di persone che vivono in quei territori».

Anche Kherson, nel sud, è completamente nelle mani russe. Gli occupanti hanno chiuso ogni accesso al resto del territorio dell'Ucraina «per ragioni di sicurezza», dice il vice capo dell'autoproclamata amministrazione russa della regione, Kirill Stremousov. La chiusura riguarda i confini fra l'oblast di Kherson con quelli, in mano ucraina, di Mykolaiv e Dnipropetrovsk, mentre è ancora possibile passare alla Crimea e nella regione occupata dai russi di Zaporizhzhia.

I russi stanno organizzando un «referendum» sulla creazione di una Repubblica sul modello delle entità separatiste autoproclamate di Lugansk e Donetsk.

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