Guerra in Israele

Mosca, Pechino e i Brics tifano per Gaza. "Sì alla Palestina libera e indipendente"

Xi: "Ignorato il loro diritto di esistere". Putin rivendica un ruolo chiave. Guterres dell'Onu: "Serve un'Anp rafforzata e che si assuma responsabilità"

Mosca, Pechino e i Brics tifano per Gaza. "Sì alla Palestina libera e indipendente"

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Mentre l'accordo per la liberazione degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas è «ormai molto vicino», Mosca e Pechino approfittano del vertice virtuale straordinario dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) per rilanciare il ruolo del gruppo. Al termine del summit i leader Brics hanno chiesto che gli ostaggi trattenuti nelle aree di conflitto in Medio Oriente siano immediatamente rilasciati senza precondizioni, oltre a domandare colloqui diretti per la costituzione di una Palestina sovrana e indipendente.

Ma il presidente russo Vladimir Putin, oltre a fare appello alla comunità internazionale per coordinare gli sforzi al fine di arrivare a un cessate il fuoco e a una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese, ha affermato che gli stati della regione e i Brics potrebbero avere un ruolo chiave per raggiungere tale obiettivo. Il leader cinese Xi Jinping, da parte sua, vuole una «conferenza di pace internazionale» per mettere fine alla guerra tra Israele e Hamas, sottolineando come la causa principale del conflitto «è che il diritto all'esistenza della Palestina è stato a lungo ignorato». Xi ha assicurato che Pechino «fornirà maggiore sostegno e assistenza alla popolazione di Gaza», domandano a tal proposito «l'istituzione di corridoi umanitari per proteggere i civili».

Nel loro comunicato finale, i leader hanno anche espresso la totale contrarietà alla deportazione forzata dei palestinesi, sia «collettiva» che «individuale» dai loro territori. Dopo che Israele ha ventilato l'ipotesi di voler controllare Gaza anche dopo la fine dell'attuale conflitto con la sconfitta di Hamas, il timore della comunità internazionale è infatti che il reale obiettivo sia quello di cacciare i palestinesi dall'intera Striscia. Mentre il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi ha confermato in una nota il «rifiuto categorico del Cairo di qualsiasi tentativo di liquidare la causa palestinese», invitando le parti in causa «ad alzare la voce della saggezza e ad attivare risoluzioni internazionali».

Al Palazzo di Vetro dell'Onu, invece, il segretario generale Antonio Guterres ha parlato del «day after» a Gaza, sottolineando come sia «importante avere un'Autorità Palestinese rafforzata che si assuma le responsabilità nella Striscia». «Capisco che l'Autorità Palestinese non può venire con i carri armati israeliani a Gaza, il che significa che la comunità internazionale deve considerare un periodo di transizione - ha aggiunto -. Non credo che un protettorato delle Nazioni Unite sia una soluzione, ma serve un approccio multi-stakeholder in cui paesi diversi, entità diverse, coopereranno. E basandosi su questo finalmente muoversi verso una strada determinata e irreversibile per la soluzione dei due stati».

Prosegue l'impegno del «gruppo di contatto» composto da delegazioni di Turchia, Egitto, Giordania, Nigeria, Arabia Saudita, Indonesia, Autorità palestinese e Organizzazione della cooperazione islamica (Oci). Secondo notizie dell'agenzia turca Anadolu rilanciate dalla russa Tass, la delegazione - ieri impegnata in colloqui a Mosca, dopo quelli di ieri in Cina - dovrebbe incontrare oggi il premier britannico Rishi Sunak e il presidente francese Emmanuel Macron durante le visite previste a Londra e Parigi.

Stando alle notizie riportate potrebbe poi essere la volta degli Stati Uniti, per una missione per la quale non c'è però al momento una data.0

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