Mosca spegne le speranze dell'Occidente: "Una tregua? Non basterebbe per la pace"

Kiev sull'ambasciatore russo all'Onu: schiaffo a Trump. Usa e volenterosi a Istanbul. Il Cremlino: no al vertice tra i leader

Mosca spegne le speranze dell'Occidente: "Una tregua? Non basterebbe per la pace"
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Prima i negoziati diretti tra le delegazioni, e poi un incontro tra Putin, Zelensky e Trump. Il Cremlino pone le proprie condizioni in vista del secondo summit di Istanbul tra Russia e Ucraina in programma lunedì dopo il mezzo flop di quello del 16 maggio. La Turchia è pronta ad ospitare il futuro vertice trilaterale che tutto il mondo attende, Erdogan ha affidato al suo ministro degli Esteri Fidan il difficile incarico di ricucire i rapporti tra le parti, ma il vero nodo della questione riguarda i memorandum che i due Paesi in guerra metteranno sul tavolo lunedì. Ufficialmente si sa poco e nulla, ma funzionari informati parlano di ennesimo «muro contro muro». Sì, perché la delegazione di Zelensky (che potrebbe dare forfait all'ultimo momento) chiederà un cessate il fuoco totale, con il monitoraggio di partner internazionali, prima di negoziare.

Dal suo canto Putin, che al momento non sembra avere alcuna intenzione di fermare la macchina da guerra, è disposto ad ascoltare il proprio interlocutore solo dopo l'avvenuto riconoscimento dei territori occupati. Lo ribadirà alla controparte il capo delegazione Medinsky. Fidan, che ha sentito al telefono Lavrov in merito agli aspetti organizzativi, non sembra comunque molto ottimista, tant'è che, dopo aver incontrato l'omologo ucraino Sybiha, si è lasciato andare a una dichiarazione priva di sfumature: «O si raggiunge una pace entro l'anno, altrimenti prepariamoci a tollerare il lungo proseguimento del conflitto». Un'apertura sul cessate il fuoco sembra arrivare dall'inviato russo all'Onu Nebenzya, ma solo «quando l'Occidente smetterà di fornire armi a Kiev. Mentre l'Ucraina dovrebbe interrompere la mobilitazione e abolire leggi discriminatorie verso la popolazione russofona». E comunque, «per una soluzione sostenibile e duratura della crisi ucraina - spiega l'ambasciatore, frenando - dobbiamo affrontarne le cause profonde» del conflitto. Non tarda la replica di Zelensky: «Putin vuol far saltare il tavolo e usa negoziati per coprire nuove operazioni al fronte. Attendiamo ancora il memorandum da Mosca». E dalla Francia, Macron chiede a Pechino di impedire alla Corea del Nord di schierare le sue truppe sul territorio ucraino.

Mosca ha escluso che Paesi terzi partecipino ai negoziati di Istanbul, ma i rappresentanti di Usa, Gran Bretagna, Germania e Francia, fa sapere Kellogg, potrebbero essere presenti per consultarsi tra loro. L'inviato del tycoon si ritiene frustrato dall'irragionevolezza di Putin sulle questioni negoziali. Il Brasile potrebbe provare a fargli cambiare idea, tant'è che Lula ha inviato in Turchia il suo consigliere speciale Celso Amorin.

«Non vi sarà una mediazione della Turchia né di nessun altro», ha precisato Mosca, che ha espresso soddisfazione per la «comprensione» degli Usa in merito alle preoccupazioni di Mosca sull'espansione a est della Nato (no a Kiev, ma anche a Georgia e Moldavia). In serata la videoconferenza tra consiglieri diplomatici dei leader di Ucraina, Francia, Germania, Italia e Regno Unito in vista del tavolo negoziale.

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