
Cosa è cambiato dalla telefonata tra Trump e Putin? Nulla. Il presidente russo continua nella sua palese operazione di prendere tempo, aggirare l'ipotesi di negoziati e continuare la guerra. Anche sfruttando l'immobilismo americano. Trump infatti resta alla finestra, sembra credere a Putin e anzi, secondo indiscrezioni, si mostra deferente verso lo Zar lasciandogli di fatto via libera.
Che Mosca stia continuando a prendere in giro tutti lo dimostrano le parole del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov che dice che «accoglie con favore la disponibilità e gli sforzi di tutti quei Paesi che desiderano contribuire a una rapida soluzione» ma che «finora non è stata presa alcuna decisione sulla sede di ulteriori negoziati», aggiungendo che dal Vaticano, sede designata per le trattative, per ora non è ancora arrivata nessuna chiamata. Come se il Papa dovesse telefonargli. Il problema è, anche, che il decisionista Trump si è bloccato. «Ulteriori sanzioni contro Mosca dipenderanno da come si comporterà la Russia, sarà una mia decisione», ha detto il presidente degli Stati Uniti. Ma secondo un'indiscrezione di Politico gli Usa non solo nicchiano sulle sanzioni ma si oppongono all'inclusione di «ulteriore sostegno» all'Ucraina nella dichiarazione del G7 in fase di elaborazione da parte dei ministri delle Finanze in Canada. Come se non bastasse, l'Amministrazione di Washington sarebbe anche riluttante a definire «illegale» l'invasione russa dell'Ucraina. Un fatto che, se confermato, cambierebbe ancora una volta le carte in tavola fiaccando il mito del Trump che alza la voce e porta la pace. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, prosegue la narrativa dell'Occidente cattivo, accusa Macron, Starmer, von der Leyen «e altre personalità europee» di voler mettere gli Stati Uniti contro la Russia e chiude un'altra volta a un cessate il fuoco. «L'approccio tregua e poi vediamo non funziona, non vogliamo più farlo», ha detto.
Nel frattempo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo un colloquio telefonico con il segretario della Nato Mark Rutte, ribadisce che «senza pressione su Mosca non sarà possibile raggiungere una pace giusta. Questo lo capiscono tutti». Che le sanzioni stiano funzionando lo si capisce dalla foga con cui da Mosca dicano che non funzionano. «Sono state un fallimento, ma Bruxelles non ha il coraggio di ammetterlo», ha detto il direttore della direzione per gli Affari europei del ministero degli Esteri russo Vladislav Maslennikov, non spiegando però perché se effettivamente non hanno effetto sull'economia russa, tutti da Putin in giù spingono perché vengano eliminate. Mentre Putin stesso è stato in visita nella regione di Kursk, al confine con l'Ucraina, per la prima volta da quando è iniziata l'offensiva in Ucraina dove si combatte da agosto a seguito dell'ingresso in territorio russo delle truppe di Kiev.
Fermare la guerra? Che non sia nemmeno lontanamente nei piani di Mosca lo conferma Andrii Pomahaibus, capo di Stato maggiore della 13ª Brigata della Guardia nazionale ucraina che denuncia: «C'è un accumulo di personale più vicino al confine, ovviamente in preparazione di operazioni di assalto attive». In particolare i russi starebbero ammassanod uomini e mezzo nel Kharkiv, in vista di una possibile nuova offensiva estiva.
Il tutto mentre la Cnn svela alcune trasmissioni radio tra le forze russe sul campo che confermano come i militari di Mosca, su ordine dei loro ufficiali, stiano giustiziando i soldati ucraini che si arrendono in violazione del diritto internazionale. Ulteriore conferma di come Mosca stia sabotando ogni possibile negoziato.
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