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Moschee, finanziamenti e alleanze nelle piazze. I veri piani degli attivisti

Anime diverse e un nucleo ideologico comune. Ecco la mappa dell'islam politico organizzato

Moschee, finanziamenti e alleanze nelle piazze. I veri piani degli attivisti
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Politici o religiosi, integralisti o "laici", oltranzisti o dialoganti. Ha molte anime, l'islam politico in Italia. Due istanze le accomunano: la richiesta di spazi (logistici e di rappresentanza) e l'ostilità per "Israele e sionisti".

I NUMERI IN ITALIA

I musulmani sono un terzo degli immigrati in Italia: circa un milione e mezzo. La gran parte pacifici e ben integrati. Il gruppo più numeroso sono i marocchini d'origine, seguiti da albanesi e bengalesi. Paesi di tre continenti diversi: una varietà di culture e ondate migratorie.

COMPAGNI MUSULMANI

La pratica religiosa per la sinistra è cosa da conservatori o reazionari, ma gli arabo-musulmani tra politica e religione per un riflesso "terzomondista" vengono percepiti come "compagni" da una sinistra sempre più anti-Occidente. Il collante è la mobilitazione per Gaza, il pretesto ora la campagna per l'imam Shahin.

LA CASA MADRE UCOII

A capo dell'Ucoii, oggi c'è il quarantenne Yassine Lafran. Ha ottimi rapporti con la Curia di Bologna e la politica. Il 30 agosto ha firmato un appello ecumenico per la pace con ebrei e Cei. Due settimane dopo si è imbarcato sulla Flotilla con proclami anti-Israele. L'Ucei gli ha scritto rimproverandogli la palese contraddizione e irresponsabilità nel veicolare la propaganda.

I PALESTINESI IN ITALIA

Il capo dei Palestinesi in Italia Mohammed Hannoun ha varato una girandola di sigle e "flotille". Gli Usa l'hanno sanzionato accusandolo di finanziare il mondo filo-Hamas. Lui rivendica di raccogliere "fondi per progetti umanitari".

IL "SETTORE GIOVANILE"

I Giovani palestinesi sono i padroni (negativi) della piazza pro Pal. Nelle università si chiamano Studenti palestinesi. Legittimano Hamas come "resistenza". Quando in un corteo a Roma è stato esposto uno striscione inneggiante all'attacco di Hamas: "7 ottobre giornata della resistenza palestinese", la leader dei Gp Maya Issa ha spiegato senza troppe remore che quella è "una delle tantissime date della resistenza palestinese".

IL PARTITO ISLAMICO

Il partito islamico è il progetto. Già realtà, invece, l'impegno di molti candidati. Quelli delle Regionali sono solo gli ultimi. Nel 2011, un giovane Davide Piccardo, figlio di uno dei dirigenti storici Ucoii, si candidò a Milano con Sel. Il primo "Mamdani" è stato lui, anche se con meno fortuna del sindaco di New York. Altri attivisti lavorano al progetto "Musulmani per Roma 2027".

I "FRATELLI"

L'islamismo ha un nucleo problematico su tre fronti: condizione delle donne, diritti "Lgbt", visione di Israele e dei "sionisti" (gli ebrei che non rinnegano lo Stato ebraico). L'influenza dei Fratelli musulmani c'è e in Italia sono transitate figure importanti, in misteriosi incontri in hotel o in eventi pubblici. Definiti "sapienti", in realtà integralisti. I vertici dell'islam italiano negano da sempre rapporti con la Fratellanza. L'allora presidente Ucoii Elzir in un'intervista nel 2017 spiegò che se l'immagine dell'Ucoii "è stata sovrapposta a quella", è dipeso "per una parte dai nostri sbagli". Tariq Ramadan, nipote del fondatore dei Fratelli, nel 2016 a Milano, a pochi giorni dalle Comunali, fu ospite di un evento alla Camera del Lavoro.

LA ZONA GRIGIA

I centri islamici in Italia sono oltre mille. Molte realtà integrate, poche però ufficiali. Le altre? La sinistra le chiama "informali", il centrodestra abusive. Un fiume di denaro (si parla di oltre 23 milioni per 45 progetti) è arrivato in Italia dal Qatar per finanziare la costruzione di luoghi di culto.

A VOLTE RITORNANO

Nel gennaio 2009 a Milano, un corteo anti-Israele guidato dall'imam di viale Jenner, l'egiziano Abu Imad (nel 2007 condannato, nel 2013 espulso) si concluse con la clamorosa preghiera in Duomo.

Si tenne un incontro "riparatore" cui parteciparono un tenore passato dall'anarchia al suprematismo, Joe Fallisi, lo stesso Hannoun e il direttore di viale Jenner Abdel Shaari. Quando nel 2015 sono emersi nuovi link inquietanti, Shaari ammise: "Sono stati anni turbolenti".

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