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"Basta Jobs Act e bail in". FdI e la battaglia per la lingua italiana

Fratelli d'Italia chiede di calendarizzare la proposta di legge: "Difendiamo la nostra lingua ed eliminiamo ogni termine straniero nei nostri documenti, testi per l'aula e per le commissioni"

"Basta Jobs Act e bail in". FdI e la battaglia per la lingua italiana

Difendere la lingua italiana dall'eccessivo utilizzo dei termini stranieri. È questa una delle tante battaglie portate avanti da Fratelli d'Italia, secondo cui è necessario agire e fare fronte comune per mettere al riparo l'italiano dall'avanzare dei forestierismi. FdI chiede infatti di calendarizzare la proposta di legge per l'introduzione della lingua italiana in Costituzione, in modo tale da eliminare le parole straniere presenti negli atti del Parlamento e in quelli del governo.

La mossa di FdI

Il tema è stato rilanciato da Fabio Rampelli che, in veste di vicepresidente della Camera, ha ricordato che il suo partito in questi ultimi decenni è stato lasciato da solo nel difendere la lingua italiana. Il movimento di Giorgia Meloni già in passato ha chiesto la costituzionalizzione dell'italiano, "proposta presentata a ogni legislatura e a ogni progetto di riforma costituzionale governativa".

Rampelli ha chiesto agli uffici "di eliminare ogni termine straniero nei nostri documenti, testi per l'aula e per le commissioni". La proposta arriva in concomitanza dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, "padre del nostro idioma". La stessa richiesta è stata fatta al governo guidato da Mario Draghi, visto che anche negli ultimi anni non sono mancate parole straniere addirittura nel titolo di alcune leggi (come ad esempio Jobs Act), senza dimenticare anche gli altri innumerevoli casi come volontary disclusure, bail in, bail out e smart working (utilizzato soprattutto in tempi di pandemia).

Una tendenza che viene definita "esterofila" e che evidentemente non si è ancora fermata, visto il disegno di legge Family Act presentato da Palazzo Chigi e che la scorsa settimana ha ottenuto il via libera dalla Camera. Rampelli ha chiesto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al premier Mario Draghi di promuovere una campagna "contro l'utilizzo di termini stranieri nella nostra lingua", coinvolgendo in questa iniziativa le rispettive strutture afferenti "per evitare che tutto sia ridotto a piccola propaganda".

L'intervento di Mattarella

Proprio oggi il presidente Mattarella, aprendo alla Farnesina gli Stati Generali della Lingua e della Creatività italiane nel mondo, ha voluto sottolineare come i cittadini e le istituzioni abbiano un impegno globale a favore di quello che viene definito "l'italiano di domani". Ovvero quella lingua "che abbiamo il dovere di tutelare, promuovere e tramandare".

Coscienti delle proprie radici del passato e contemporaneamente consapevoli del presente, "aperti alle sfide del futuro".

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