Mps, giallo sulla telefonata cancellata

E la Polizia postale svela il mistero delle mail di Rossi sul suicidio

Mps, giallo sulla telefonata cancellata

Il giallo della scomparsa di David Rossi, il capo della comunicazione di Mps, morto il 6 marzo 2013 precipitando da una finestra della sede della banca a Siena, è sempre più complicato. Spuntano una mail, e soprattutto una telefonata arrivata sul cellulare quando era già morto, che sono state cancellate. Dall'audizione di ieri in commissione parlamentare d'inchiesta degli investigatori della Polizia postale di Genova, spunta una mail cancellata. Quella con la scritta «stasera mi suicido, aiutatemi!!!» che il capo della comunicazione di Mps indirizzò all'ad Mps Fabrizio Viola il 4 marzo 2013, di cui tanto si è parlato. La mail suicidio, spiega la Polposta «è stata scritta in due versioni: una, fatta qualche secondo prima della seconda, è stata cancellata e trovata tra gli elementi cancellati, e l'altra, in cartella inviati, con il testo: Stasera mi suicido aiutatemi!!!! ed è stata inviata subito dopo». L'anomalia sta nel fatto che si ha come data di invio il 4 marzo 2013 e di creazione il 7 marzo, il giorno dopo la sua morte. Ma c'è una spiegazione a questo. La polizia postale di Siena, il 7 marzo 2013, chiese alla struttura informatica di Mps di fare l'estrazione dai server exchange della casella di posta di Rossi. La polizia estrasse dal server aziendale la copia della casella di posta elettronica di Rossi e dalla documentazione di Microsoft emerge che un'operazione del genere può incidere sulla data di creazione.

Poi c'è il mistero di una telefonata arrivata sul cellulare dell'ex manager di Mps, alle ore 21.54, quando era già morto, anch'essa cancellata dal registro delle chiamate. «Vogliamo sapere chi e perché ha cancellato la telefonata ricevuta sul cellulare di David. Ne abbiamo diritto! Abbiamo diritto alla verità!», afferma la moglie Antonella Tognazzi.

Nulla è stato trovato sui fantomatici festini. Niente, né immagini, né scritti, nei tre hard disk dei tre computer che la Polposta.

E si scopre pure che non è vero, come sostiene il procuratore di Siena Nicola Marini, che Rossi prima della morte cercò la parola suicidio 35 volte. Ciò che accadde è che ricevette nella sua mail testi di newsletter a cui era iscritto dove tale parola compariva.

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