Mps-Unicredit, il ministro Franco: "Nessuna svendita"

"L'operazione tra Mps e Unicredit costituisce una soluzione strategicamente superiore dal punto di vista dell'interesse generale del Paese", ha dichiarato il titolare del Mef. Massima tutela nei confronti dei dipendenti

Mps-Unicredit, il ministro Franco: "Nessuna svendita"

Intervenuto presso la Sala del Mappamondo di Montecitorio, il ministro dell'Economia e delle finanze Daniele Franco ha riferito, dinanzi alle commissioni Finanze di Camera e Senato, circa i recenti sviluppi relativi a Monte dei Paschi di Siena. L'intenzione del Mef è quella di avviare una trattativa con Unicredit, ma sono tanti i partiti politici ad aver espresso dei dubbi, se non delle vere e proprie critiche, sulla questione.

I fatti in breve

Il ministro Franco ha inizialmente voluto ripercorrere quanto accaduto negli ultimi 4 anni. "L'ingresso dello Stato nel capitale di Mps è avvenuto nel luglio del 2017 nell'ambito di un'operazione di ricapitalizzazione precauzionale ai sensi di una direttiva europea sul quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento autorizzata dalla commissione europea e dalle competenti autorità di vigilanza", ha esordito il titolare del Mef. "L'intervento con fondi pubblici ha fatto seguito ai risultati emersi negli stress test condotti fra il febbraio ed il luglio del 2016 dall'autorità bancaria europea. La situazione della banca, sebbene stabile in uno scenario base, si presentava critico nelle ipotesi di scenario avverso. In quest'ultimo alla fine del 2018 Mps avrebbe mostrato un significativo peggioramento della situazione patrimoniale, con un capitale di qualità primaria negativo".

Le autorità di vigilanza, ha dunque spiegato il ministro, avevano chiesto alla banca l'adozione di misure correttive per ristabilire un capitale adeguato. Il piano iniziale, tuttavia, era fallito per l'impossibilità di trovare delle risorse sul mercato. Da qui l'intervento dello Stato, tramite decreto legge 237: Mps aveva quindi presentato istanza per l'intervento pubblico in forma di ricapitalizzazione. L'intervento prevedeva la stesura di un piano di ristrutturazione dell'istituto bancario da attuare nell'arco di tempo compreso fra il 2017 ed il 2021. Un impegno che il governo aveva preso anche nei confronti dell'Unione europea.

"Il nuovo piano è stato predisposto tenendo in considerazione gli impegni assunti dal governo nei confronti della Commissione europea", ha aggiunto Daniele Franco, "tuttavia il nuovo piano presenta alcuni obiettivi non conformi con tali impegni, in particolare quello relativo alla riduzione dei costi. Per raggiungere l'obiettivo di un rapporto costi e ricavi pari al 61% previsto dal piano, la Banca ha stimato circa 2.500 esodi volontari. Nel caso probabile in cui l'interlocuzione con la Commissione richiedesse di fissare un obiettivo costi/ricavi più ambizioso gli esuberi potrebbero essere considerevolmente più elevati".

"Nessuna svendita"

Nel parlare alle due commissioni, il ministro ha ribadito l'importanza di Monte dei Paschi di Siena, un marchio che "ha un valore non solo storico, ma commerciale". Il governo ha tutta l'intenzione di "valorizzarlo adeguatamente in determinate aree geografiche e per servizi finanziari qualificati", con possibili ricadute positive anche sul territorio. "Mps è la banca più antica del mondo. La salvaguardia dell'occupazione e del marchio, oltre che del risparmio, sono le priorità del governo", ha assicurato il titolare del dicastero dell'Economia.

Per quanto riguarda la situazione della banca, "solo due soggetti hanno manifestato interesse: il fondo di private equity Apollo, lo scorso febbraio, e Unicredit, che ha fatto ingresso alla data room nei giorni scorsi". Non avrà luogo nessuna svendità di proprietà statale, dunque. Monte dei Paschi, tuttavia, non è in grado di procedere da sola. Se proseguisse in autonomia, infatti, ci sarebbero "rischi considerevoli e seri problemi di competitività". Respinta, dunque, l'ipotesi stand alone, in quanto "allo stato attuale non si ravvisano i presupposti per aprire un'interlocuzione con l'Ue per concordare un piano di questo genere".

Il tema occupazione

Franco ha voluto rassicurare le commissioni anche per quanto riguarda la questione occupazione. "Non vi sono al momento elementi che facciano intravedere rischi di smembramento della banca Monte dei Paschi", ha precisato. Ed i lavoratori (Mps ha 21mila dipendenti ) saranno tutelati, "utilizzando gli spazi negoziali e definendo presidi a sostegno dell'occupazione del territorio con una pluralità di strumenti e iniziative".

Lo scopo di questa operazione è quello di raggiungere un aumento capitale ben superiore a 2,5 miliardi, così da portare Monte dei Paschi sui valori medi delle banche europee.

"È possibile che il ministero dell'Economia riceva azioni del gruppo Unicredit ma tale eventuale partecipazione non dovrebbe alterare gli equlibri di governance", ha inoltre affermato il ministro. "Lo Stato parteciperà comunque a tutti i benefici economici in termini di creazione di valore derivanti dall'operazione".

Del resto, non ci sono le condizioni per mettere in discussione la cessione di Mps.

Si tratta di un'operazione doverosa, che fa seguito ad impegni assunti dai governi precedenti. Unicredit, fra l'altro, "costituisce una soluzione strategicamente superiore dal punto di vista dell'interesse generale del Paese".

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