Muore il pittore gay: fu aggredito nel quartiere raccontato da Pasolini

È stato fatale un pugno in faccia. Le telecamere hanno ripreso l'assassino

Muore il pittore gay: fu aggredito nel quartiere raccontato da Pasolini

Roma Ucciso con un pugno, identificato il killer. Umberto Ranieri, conosciuto come Nniet Brovdi, l'artista chietino colpito in pieno volto a Roma, dopo tre giorni di coma è morto. Il pittore alternativo, diplomato all'Accademia di Belle Arti, non ce l'ha fatta. Fatali le gravi lesioni cerebrali dovute al trauma cranico. Ed è caccia a un giovane, identificato grazie alle telecamere e ai testimoni, con il quale il professore avrebbe discusso domenica sera a largo Preneste. Il killer era con quattro ragazzi, due uomini e due donne. Oscuro il movente anche se la pista più battuta è quella omofoba. Il 55enne, gay, potrebbe aver discusso proprio per questioni legate alla sua omosessualità con il gruppo di giovani. Un piazzale da sempre frequentato da sbandati di ogni genere, «ragazzi di vita». Un luogo particolare raccontato anche da Pier Paolo Pasolini nei suoi scritti.

Ranieri per tutti era un buono, una persona che spesso accoglieva in casa i disperati, senza fare troppe domande. Così lo raccontano i commercianti e gli abitanti del quartiere a ridosso di Tor Pignattara. Intanto sul suo corpo il magistrato ha disposto l'autopsia. Va stabilito innanzitutto se Ranieri avesse ingerito sostanze stupefacenti o bevuto alcolici. «Qui di sera, appena chiudono i negozi, le panchine si popolano di ubriaconi e drogati» racconta un passante che vive in via di Portonaccio. Birra, vino e superalcolici li vendono i negozi aperti tutta la notte e gestiti da stranieri, indiani, pakistani e del Bangladesh.

Al capezzale del pittore, fino all'ultimo, il padre. Filomeno Ranieri si è precipitato da Paglieta, in Abruzzo, all'ospedale San Giovanni. I carabinieri hanno esaminato i video registrati dalle telecamere di sorveglianza di tutta la zona: della farmacia, del bar, del supermercato, della banca e della pizzeria. Filmati in cui si vedrebbe il gruppetto fuggire dopo aver lasciato il pittore a terra. Ranieri, secondo le testimonianze, avrebbe perso immediatamente conoscenza cadendo sull'asfalto. Un colpo fatale: l'uomo sanguina dalla testa e non reagisce a nulla. Un gruppo di sud americani allerta i soccorsi. Gli stessi che avrebbero fornito l'identikit dell'assassino. L'ambulanza fa una corsa disperata al Vannini, da qui il trasferimento al San Giovanni dove il ferito viene operato. «Intervento necessario per bloccare l'emorragia e ridurre l'ematoma cerebrale» spiegano i medici.

«Sappiamo ancora poco sui fatti - commenta Fabrizio Marrazzo portavoce del Gay Center - ma chiediamo che venga fatta piena luce sul caso dagli inquirenti. Non si può morire stando seduti su una panchina nei giardini sotto casa. La nostra comunità perde un amico a molti caro». L'appello di papà Filomeno: Conoscono l'assassino, ma in questo quartiere non parla nessuno».

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