Coronavirus

Mutazione, l'origine (e un problema)

Animale o immunodepresso. Forse più diffusa di quanto sappiamo

Mutazione, l'origine (e un problema)

La variante inglese del coronavirus circola già da un mese. Tre sequenze di campioni raccolti in Danimarca e uno in Australia, prelevati a novembre, sono infatti risultate essere collegate al focolaio inglese causato da questa mutazione. Il che indica che si è già «verificata una sua diffusione internazionale, anche se non se ne conosce l'estensione». Lo spiega il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), in un rapporto pubblicato sul suo sito. Per il momento non ci sono evidenze che la variante del virus Sars-CoV-2 possa compromettere l'efficacia dei vaccini e l'attendibilità delle diagnosi con i test. Però l'azione di controllo nei vari Paesi deve essere strettissima.

In un documento di 13 pagine pubblicato sul suo sito l'Ecdc, ha scritto la storia della «variante che presenta multiple mutazioni osservate nel Regno Unito». Va identificato immediatamente chi ha avuto contatti con persone positive alla nuova mutazione o ha viaggiato nelle aree colpite, in modo da testarli, isolarli e tracciare i loro contatti», afferma l'Ecdc. «La variante di Sars-CoV2 che sta circolando in questo momento a Londra e nel sud est dell'Inghilterra, presenta delle mutazioni sulla proteina di superficie del virus, la cosiddetta Spike. Nonostante si ipotizzi che queste mutazioni possano aumentare la trasmissibilità del virus, non sembrano alterare né l'aggressività clinica nè la risposta ai vaccini», ha detto il Direttore Generare della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. In un grafico pubblicato domenica dall'Ecdc si vede molto bene l'impennata di ottobre. Tuttavia è stato solo dai primi di dicembre ad accendere l'interesse di Downing Street. In realtà gli inglesi sono stati molti veloci a scoprirla grazie a un sistema di sequenziamento che in Europa è al top. Il National Health dispone di un consorzio di laboratori che contribuiscono in modo molto importante a depositare le sequenze del Sars-CoV-2 nel maggiore database mondiale, il Gisaid. Su 270mila sequenze, 120mila sono Made in Uk.

Sull'origine della variante ci sono tre ipotesi: si è sviluppata in un paziente immunodepresso che, contagiato, ha avuto per lungo tempo l'infezione prima di guarire, favorendo l'accumulo di tante piccole mutazioni.

La seconda (meno probabile per questa variante): il virus è passato dall'uomo all'animale e poi è tornato all'uomo dopo essere cambiato, come avvenuto in Danimarca con il virus passato dai visoni all'uomo.

La terza: la variante è già ampiamente diffusa in tutta Europa e Londra ha saputo scovarla per prima grazie all'azione investigativa.

Il premier brittannico, come rivelato da Walter Ricciardi in una intervista era a conoscenza di questa minaccia da almeno tre mesi. «Ciò che mi fa arrabbiare è che gli inglesi sapevano già da settembre che era in circolazione questa variante», denuncia il consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza. «Hanno taciuto, non ci hanno avvertito...». Secondo il virologo Andrea Crisanti, la versione britannica del Covid-19 «è apparsa in Spagna» la scorsa estate e «da lì, probabilmente a causa dei flussi turistici, si è spostata in Gran Bretagna».

Nessuno, però, ancora sa dirci perché si è diffusa in modo diverso.

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