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Mutazioni ma stessi sintomi: la "sorella" non fa paura

Omicron 2 presente in molti Paesi europei. È difficile da individuare però non buca i vaccini

Mutazioni ma stessi sintomi: la "sorella" non fa paura

Mentre Omicron dilaga e suona come una salvezza, spunta Omicron 2. Non si può definire una nuova mutazione del virus ma una sotto-variante, sorella di Omicron. I virologi tranquillizzano subito: sembra non cambi nulla, nè nella gravità dei malati nè nella gestione dei casi. Per altro la variante non buca lo scudo del vaccino e quindi risulta, al momento, del tutto gestibile.

«Omicron 2 - conferma Gianni Rezza, direttore della programmazione sanitaria del ministero della Salute - non differisce molto nelle caratteristiche rispetto ad Omicron 1». È stata sequenziata per la prima volta in Italia dal laboratorio di Igiene del Policlinico San Martino di Genova diretto da Giancarlo Icardi: due i casi accertati, uno dopo il sequenziamento di routine nel laboratorio dell'ospedale ligure, il secondo emerso dal sequenziamento di un campione derivante dal monitoraggio nazionale.

Omicron 2, conferma il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, sembra essersi diffusa in nove Regioni ed è pari all'1% delle sequenze classificate come Omicron. È stata segnalata in Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Toscana. Lo evidenzia l'indagine rapida condotta dall'Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. Ma i casi effettivi potrebbero essere molti di più. La sorella minore di Omicron in alcuni paesi europei è causa della metà dei contagi e si è diffusa soprattutto in Danimarca, in Gran Bretagna e in Germania. Viene anche chiamata la sorella «invisibile», poichè è estremamente difficile da individuare. Per trovarla è necessario infatti sequenziare tutti i campioni e questo implica una capacità di laboratorio che non tutti i Paesi hanno. Un lavoro lungo, che ha dato il tempo al virus di giocare d'anticipo sul lavoro degli scienziati e diversificare prima che qualche laboratorio se ne accorgesse.

Le prime sequenze sono state inviate a Gisaid - il portale internazionale di dati genomici - da Sudafrica e Filippine e la maggior parte dei campioni è stata caricata dalla Danimarca (che però è tra le prime nazioni al mondo per capacità di sequenziamento). Altri Paesi con più di 100 campioni sono India, Svezia e Singapore.

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