Si sente sempre dire che l'Italia non è un paese per giovani, perché in effetti un giovane in Italia ha poche possibilità di lavoro, gli conviene andare all'estero. Se poi studia, meglio che se ne vada appena può, non è più come una volta, quando serviva il «pezzo di carta», oggi il pezzo di carta serve a poco, anzi se non ce l'hai è meglio, magari come primo lavoro diventi anche ministro del Lavoro, mentre se hai troppi titoli di studio ti guardano male. Non per altro a controllare i concorsi universitari si mette uno con zero pubblicazioni e che come curriculum ha l'aver portato avanti delle bufale alle Iene. Non per altro si parla da tempo di fuga di cervelli, perché chi ne ha uno e vuole eccellere in qualche campo se ne va. L'astrofisico Fernando Ferroni sostiene giustamente che un periodo di studi all'estero sia necessario, purché poi si ritorni, per portare avanti la ricerca nel proprio paese. Ma col cavolo uno che va all'estero ritorna, mica è scemo. Tornare qui per non trovare lavoro? O trovarlo sottopagato? Uno dei miei migliori amici a ventinove anni è un genio dell'informatica, si è laureato in Canada, ha lavorato all'IBM a Londra, è tornato in Italia, e dopo un anno se n'è andato di nuovo, in Lussemburgo, dove ha aperto anche una società, perché qui lo stipendio era la metà e le tasse il doppio, giustamente ha detto: chi me lo fa fare? E dunque l'Italia, se non è un paese per giovani, è un paese per vecchi? Macché, neppure i vecchi si salvano. Infatti, oltre alla fuga dei giovani, e alla fuga dei cervelli, e alla fuga dei capitali, in tutto questo fuggi fuggi ora c'è anche la fuga dei vecchi. Ossia dei pensionati, dei quali 6 su 10 prendono meno di 750 euro l'anno, e per fare una vita decente si trasferiscono all'estero, in Paesi dove la vita costa meno, tipo in Marocco o in Thailandia. In Marocco prima ci si andava in vacanza, in Thailandia per il turismo sessuale, ora ci si va anche a passare gli ultimi anni in modo dignitoso. I marocchini vengono da noi sulle spiagge a vendere borse taroccate, noi andiamo in Marocco a passare la vecchiaia. Pensateci: lavorate una vita, pagate i contributi, e vi trovate con una pensione che garantisce solo una vita misera. Una volta si usava l'espressione «godersi la pensione», ma cosa ti godi con 750 euro? Meglio starsene con le thailandesi.
Insomma, non è un paese per giovani, non è un paese per vecchi, non è un paese per bambini perché siamo a natalità zero, alla fine non è un paese per nessuno: è un paese dove prima o poi è meglio togliersi dalle scatole.
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